FAMIGLIA E CIVILTA’
Associazione per la difesa della
Famiglia e della Civiltà Cristiana
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Verona, 24 maggio 2004
Ø A S. Ec.za Rev.ma Mons. Antonio Mattiazzo, Vescovo di Padova
Ø A S. Ec.za Rev.ma Mons. Dante Lafranconi, Vescovo di Cremona
e
p.c.
Ø a S. Em.za Rev.ma Sig. Card. Joseph Ratzinger,
Prefetto della Congregazione per
Ø a S. Em.za Rev.ma Sig. Card. Darìo Castrillón Hoyos, Prefetto della Congregazione per il clero
Ø a S. Em.za Rev.ma Sig. Card. Giovanni
Battista Re, Prefetto della
Congregazione per i Vescovi
Eccellenza Reverendissima,
il Corriere del Veneto del 15 maggio 2004
(che si allega alla presente) riportava un articolo molto esteso, a firma di
Francesca Visentin, intitolato “Le parrocchie
aprono ai gay”. In esso si dava conto delle “aperture” della diocesi
padovana al gruppo di omosessuali, sedicenti “credenti”, denominato Emmanuele
e delle attività da questo svolte.
Considerato che il peccato impuro contro natura
costituisce tuttora uno dei quattro, catechismo alla mano, che gridano vendetta
al cospetto di Dio e che non si ha notizia di un’avvenuta abolizione, nel
frattempo, del VI° comandamento, lasciano allibiti e sconcertati almeno tre
fatti:
1) che degli
omosessuali dichiarati, i quali non soltanto manifestano una tendenza qual è
quella omosessuale (tendenza disordinata, ma che di suo non costituisce ancora
peccato) ma vi uniscono anche atti, i quali sono, come tali, intrinsecamente
cattivi, siano ammessi e impegnati con “funzioni direttive” nell’ambito
parrocchiale ed ecclesiale, senza che consti in alcun modo da parte loro
l’abbandono o il ripudio di dette pratiche omosessuali; affermano gli
omo-cattolici di Emmanuele che “il vescovo segue il nostro lavoro sin
dall’inizio, da quando è nato il gruppo”, di averlo incontrato più volte (“un
esempio illuminato — secondo i gay ― di impegno pastorale che non
ghettizza, ma abbraccia tutte le componenti del popolo di Dio”) e “parlano
di Padova come di una diocesi ideale […] una Diocesi diventata punto di
riferimento anche per gli omosessuali di altre province” (bella gloria!);
insomma
2) che
addirittura alcuni di questi sodomiti risultino ammessi all’insegnamento del
catechismo nelle parrocchie, sia per gli adulti che, peggio ancora, per i
fanciulli (il caso riportato è quello di un tal Michele, 60 anni, impiegato, il
quale da dieci anni fa il catechista nella diocesi di Padova, con la piena
avvertenza da parte dei sacerdoti della sua condizione di omosessuale): “Anche
quando ho rivelato di essere omosessuale, ho continuato a insegnare dottrina
nella massima libertà; con i sacerdoti ho instaurato un rapporto di fiducia e
trasparenza. […] Gesù non ha mai rifiutato nessuno.
[…] Tra gli omosessuali ci sono anche tanti insegnanti di religione nelle
scuole. [Chiedo che] la consapevolezza della condizione omosessuale non
sia un ostacolo, ma rappresenti uno dei talenti che il Padre ha dato a ciascuno
dei suoi figli, da far fruttare” (sic!). Ma può mai, domandiamo noi, “un
albero cattivo produrre frutti buoni”? “Si raccoglie forse uva dalle spine, o
fichi dai rovi? […] Ogni albero che non produce frutti buoni viene
tagliato e gettato nel fuoco. […] Non chiunque mi dice: Signore, Signore,
entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli” (Mt. 7, 16-21). Senza contare “il settimanale diocesano «
3) che
addirittura si organizzino a Padova incontri pubblici in luoghi ecclesiali e
con teologi di istituti “cattolici” (don Romeo Cavedo,
docente di Sacra Scrittura al seminario diocesano di Cremona, Giannino Piana, ex presidente dei
teologi italiani, il quale incita eterosessuali e omosessuali, uniti nella
lotta, al “superamento di ogni sentimento di colpevolezza paralizzante”)
per contrapporre marxisticamente la teologia c.d. più
avanzata all’immutabile Magistero della Chiesa; oppure per opporre la
gerarchia della Chiesa Cattolica, ”che strumentalizza
Giovanni Melzi,
il capo di questo gruppo Emmanuele, nato nel 1997 e accolto dalla
parrocchia della Salute, riferisce di molti parroci che dimostrerebbero
accoglienza verso “catechisti” omofili o verso membri
di consigli pastorali praticanti il vizio contro natura e parla addirittura di
un incontro con l’E.V. Rev.ma, il Vescovo di Padova.
Dichiara apertamente: “puntiamo a fare evolvere il pensiero della Chiesa,
vogliamo cambiarla” a colpi di “rilettura seria e oggettiva del testo
[biblico]”. Non i sodomiti debbono dunque ravvedersi e convertirsi, bensì
Se quanto riferito nel suddetto articolo
di giornale risponde al vero, saremmo di fronte ad un nuovo, immenso scandalo,
che non può essere ulteriormente tollerato in silenzio dai cattolici e dalle
famiglie cristiane della diocesi di Padova. Abbiamo forse dimenticato la
costante e perenne condanna della Bibbia e della Chiesa Cattolica verso
l’immorale pratica dell’omosessualità? Quali esempi di vita e di virtù morali
vengono dati ai nostri figli, presentando loro catechisti, che sono omosessuali
dichiarati e senza vergogna? Perché i Pastori delle anime (sacerdoti, parroci,
ma anche Vescovi) chiamano queste persone, che vivono oggettivamente e pubblicamente
in stato di peccato mortale, a fare da educatori ai fanciulli? Non è come
mettere gli agnelli in bocca ai lupi?
Facciamo appello a S. Ec.za il
Vescovo di Padova, affinché questo scandalo cessi e sia impedito a preti, associazioni
pseudo o para-cattoliche e istituti religiosi, di
rilasciare spazio e ruoli educativi a gruppi di sedicenti “omosessuali
credenti”, i quali, per il modello di vita immorale che praticano e
professano, non hanno alcun titolo e diritto di insegnare, tanto meno
d’insegnare la nostra Santa Religione, pena la diffusione di un relativismo
morale pernicioso e deleterio per il bene delle anime dei fedeli.
Facciamo appello a S. Ec.za il
Vescovo di Cremona, già purtroppo celebre per gl’incontri islamo-cristiani
con imam poi arrestati perché sospettati di
terrorismo, affinché don Romeo Cavedo sia sic et simpliciter immediatamente
rimosso dall’insegnamento in seminario, in considerazione della teologia
(im)-morale che propugna e di cui il citato
quotidiano offre svariate perle. Citiamo fior da
fiore: “
Di questa ferma protesta la scrivente
associazione, anche per riparare in forma pubblica allo scandalo determinatosi
dalle dichiarazioni e dai fatti sopra deprecati, darà naturalmente conto
all’opinione pubblica, tramite tutti gli organi d’informazione.
In spirito di filiale devozione e in
unione di preghiere in Cristo, Signore e Salvatore,
Il
Presidente
Palmarino Zoccatelli
Ø Allegati:
Corriere del
Veneto del
15 maggio 2004