Trattato di pace di Vienna, concluso il 3 ottobre 1866 fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Austria,

a seguito della III Guerra d’indipendenza,

con conseguente cessione del Veneto all’Italia


In Nome della Santissima ed indivisibile Trinità.


Sua Maestà il Re d'Italia e Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, avendo risoluto di stabilire fra i loro Stati rispettivi una pace sincera e durevole;

Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, avendo ceduto a Sua Maestà l'Imperatore dei francesi il Regno Lombardo-Veneto;

Sua Maestà l'Imperatore dei francesi dal canto suo, essendosi dichiarato pronto a riconoscere la riunione del detto Regno Lombardo-Veneto agli Stati di Sua Maestà il Re d'Italia, sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate;

Sua Maestà il Re d'Italia e Sua Maestà l'Imperatore d'Austria hanno nominato per loro Plenipotenziari:

Sua Maestà il Re d'Italia, il Signor Luigi Federico Conte di Menabrea, Senatore del Regno, Gran Cordone dell'Ordine militare di Savoia, Cavaliere dell'Ordine del merito civile di Savoia, Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, decorato della medaglia d'oro al valor militare, Luogotenente Generale, Comandante Generale del Genio all'Armata e Presidente del Comitato dell'Arma, ecc. ecc. ecc.

Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, il Signor Felice Conte Wimpffen, suo Ciambellano attuale, Inviato e Ministro Plenipotenziario in missione straordinaria, ecc.

I quali, dopo essersi scambiati i loro pieni poteri rispettivi, trovati in buona e debita forma, hanno convenuto gli articoli seguenti:


Art. 1. Dal giorno dello scambio delle ratifiche del presente Trattato vi sarà pace ed amicizia tra Sua Maestà il Re d'Italia e Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, loro eredi e successori, loro Stati e sudditi rispettivi in perpetuo.


Art. 2. I prigionieri di guerra italiani e austriaci saranno immediatamente restituiti dall'una e dall'altra parte.


Art. 3. Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, consente alla riunione del Regno Lombardo-Veneto al Regno d'Italia.


Art. 4. La frontiera del territorio ceduto è determinata dai confini amministrativi attuali del Regno Lombardo-Veneto. Una Commissione militare instituita dalle due Potenze contraenti sarà incaricata di eseguire il tracciato sul terreno entro il più breve tempo possibile.


Art. 5. L'evacuazione del territorio ceduto e determinato dall'articolo precedente comincerà immediatamente dopo la sottoscrizione della pace, e sarà conclusa nel più breve tempo possibile, in conformità agli accomodamenti concordati fra i Commissari speciali a questo effetto designati.


Art. 6. Il Governo Italiano prenderà a suo carico: 1. la parte del Monte Lombardo-Veneto che rimase all'Austria in virtù della Convenzione conclusa a Milano nel 1860 per l'esecuzione dell'articolo 7 del Trattato di Zurigo; 2. I debiti aggiunti al Monte Lombardo-Veneto dal 4 giugno 1859 fino al giorno della conclusione del presente Trattato; 3. Una somma di 35 milioni di fiorini, valuta austriaca, denaro effettivo, per la parte del prestito del 1854 riguardante la Venezia e per il prezzo del materiale da guerra non trasportabile. La modalità di pagamento di tale somma di 35 milioni di fiorini, valuta austriaca, denaro effettivo, sarà determinata, conformemente al precedente del Trattato di Zurigo, in un articolo addizionale.


Art. 7. Una Commissione composta dai delegati dell'Italia, dell'Austria e della Francia, procederà alla liquidazione delle differenti categorie enunciate nei due primi capoversi dell'articolo precedente, tenendo conto degli ammortizzamenti effettuati e dei beni, capitali, d'ogni specie costituenti i fondi d'ammortizzamento. Questa Commissione precederà al definitivo regolamento dei conti fra le Parti contraenti e fisserà i tempi e le modalità di esecuzione della liquidazione del Monte Lombardo-Veneto.


Art. 8. Il Governo di Sua Maestà il Re d'Italia succede nei diritti ed obbligazioni risultanti dai contratti regolarmente stipulati dall'Amministrazione austriaca per oggetti d'interesse pubblico concernenti specialmente il Paese che viene ceduto.


Art. 9. Il Governo Austriaco resterà obbligato al rimborso di tutte le somme sborsate dagli abitanti del territorio ceduto, dai Comuni, stabilimenti pubblici e Corporazioni religiose nelle casse pubbliche austriache a titolo di cauzione, depositi o consegne. Similmente i sudditi austriaci, Comuni, stabilimenti pubblici e Corporazioni religiose che avranno versato delle somme a titolo di cauzione o depositi o consegne nelle casse del territorio ceduto saranno esattamente rimborsati dal Governo italiano.


Art. 10. Il Governo di Sua Maestà il Re d'Italia riconosce e conferma in tutte le loro disposizioni e per tutta la loro durata le concessioni ferroviarie accordate dal Governo austriaco sul territorio ceduto ed in special modo le concessioni risultanti dai contratti conclusi alle date del 14 marzo 1856, 8 aprile 1857 e 23 settembre 1858.

Il Governo Italiano riconosce e conferma parimenti le disposizioni della Convenzione stipulata il 20 novembre 1861 fra l'Amministrazione austriaca e il Consiglio d'Amministrazione della Società delle ferrovie dello Stato del Sud lombardo-veneto e Centrali Italiane, così come la Convenzione stipulata il 27 febbraio 1866 fra il Ministro Imperiale delle Finanze e del Commercio e la Società austriaca del Sud.

A partire dallo scambio delle ratifiche del presente Trattato, il Governo italiano è surrogato in tutti i diritti e in tutte le obbligazioni risultanti in capo al Governo austriaco dalle suddette Convenzioni, per quanto riguarda le linee ferroviarie situate sul territorio ceduto.

In conseguenza, il diritto di devoluzione che apparteneva al Governo austriaco riguardo alle dette linee ferroviarie viene trasferito al Governo italiano.

I pagamenti che restano da fare sulle somme dovute allo Stato dai concessionari, in virtù del contratto del 14 marzo 1856, come equivalenti delle spese di costruzione delle suddette linee ferrate, saranno interamente effettuati al Tesoro austriaco. I crediti delle imprese costruttrici e dei fornitori, non meno che le indennità dovute per l’espropriazione dei terreni, riferite al periodo in cui le ferrovie in questione erano amministrate per conto dello Stato e non ancora saldati, saranno pagati dal Governo Austriaco e per quanto sono tenuti dall’atto di concessione, dai concessionari a nome del Governo Austriaco.


Art. 11. Resta inteso che l'incasso dei crediti risultanti dai paragrafi 12, 13, 14, 15 e 16 del contratto del 14 marzo 1856 non darà all'Austria alcun diritto di controllo e di sorveglianza sulla costruzione e sull'esercizio delle ferrovie nel territorio ceduto. Il Governo italiano s’impegna dal canto suo a fornire tutte le informazioni che potrebbero essere richieste a questo riguardo, dai concessionari a nome del Governo austriaco.


Art. 12. All'effetto di estendere alle strade ferrate della Venezia le prescrizioni dell'art. 15 della Convenzione del 27 febbraio 1866, le Alte Potenze contraenti s’impegnano a stipulare, non appena sarà possibile, di concerto con la Società delle strade ferrate austriache del Sud, una Convenzione per la separazione amministrativa ed economica dei gruppi delle ferrovie venete ed austriache.

In virtù della Convenzione del 27 febbraio 1866 la garanzia che lo Stato deve pagare alla Società delle ferrovie austriache del Sud dovrà essere calcolata sulla base del prodotto lordo dell'insieme di tutte le linee venete ed austriache costituenti la rete delle ferrovie austriache del Sud, attualmente date in concessione alla Società. Rimane inteso che il Governo Italiano si farà carico della parte proporzionale di questa garanzia nella misura corrispondente alle linee del territorio ceduto, e che per la valutazione di questa garanzia si continuerà a prendere per base l'insieme del prodotto lordo delle linee venete ed austriache concesse alla detta Società.


Art. 13. I Governi d'Italia e d'Austria desiderosi di estendere le relazioni fra i due Stati, s’impegnano ad agevolare le comunicazioni ferroviarie e a favorire l’installazione di nuove linee onde congiungere fra loro le reti italiane e austriache.

Il Governo di Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica promette inoltre di accelerare, per quanto possibile, il compimento della linea del Brennero, destinata a unire la vallata dell'Adige con quella dell'Inn.


Art. 14. Gli abitanti o gli originari del territorio ceduto godranno, per lo spazio di un anno a datare dal giorno dello scambio delle ratifiche e mediante una preventiva dichiarazione all'autorità competente, piena ed intera facoltà di esportare i loro beni mobili senza pagamento di diritti e di ritirarsi con le loro famiglie negli Stati di Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica, nel qual caso la qualità di sudditi austriaci sarà loro mantenuta. Essi saranno liberi di conservare i loro immobili situati nel territorio ceduto.

La stessa facoltà è reciprocamente accordata agli individui originari del territorio ceduto e stabiliti negli Stati di Sua Maestà l'Imperatore d'Austria.

Gl’individui che profitteranno delle presenti disposizioni non potranno essere, per l’esercizio di tale opzione, inquietati né da una parte né dall'altra nelle loro persone o beni situati nei rispettivi Stati.

Il termine di un anno viene prolungato a due anni per quegli individui originari del territorio ceduto che, all'epoca dello scambio delle ratifiche del presente trattato, si troveranno fuori dal territorio della Monarchia Austriaca.

La loro dichiarazione potrà essere ricevuta dalla Missione diplomatica austriaca più vicina o dall'Autorità superiore di una qualsiasi provincia della Monarchia.


Art. 15. I sudditi lombardo-veneti facenti parte delle forze armate austriache verranno immediatamente congedati dal servizio militare e rinviati alle loro case.

Resta convenuto che quelli fra essi, che dichiareranno di rimanere al servizio di Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica, potranno farlo liberamente senza venire inquietati per questo motivo, sia nelle loro persone che nelle loro proprietà.

Le stesse garanzie sono assicurate agli impiegati civili originari del Regno Lombardo-Veneto che manifesteranno l'intenzione di restare al servizio dell'Austria. Gl’impiegati civili originari del Regno Lombardo-Veneto avranno la scelta, sia di rimanere al servizio dell'Austria, sia di entrare nell'amministrazione italiana, nel qual caso il Governo di Sua Maestà il Re d'Italia si obbliga, sia a collocarli in funzioni analoghe a quelle che ricoprivano, sia a concedere loro delle pensioni, il cui ammontare verrà stabilito secondo le leggi e i regolamenti in vigore in Austria.

Resta inteso che gl’impiegati di cui trattasi saranno soggetti alle leggi e regolamenti disciplinari dell'Amministrazione Italiana.


Art. 16. Gli ufficiali di origine italiana, che attualmente si trovano al servizio dell'Austria, avranno la scelta o di rimanere al servizio di Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica, o d'entrare nell'armata di Sua Maestà il Re d'Italia con lo stesso grado che occupano nell'armata austriaca, sempreché ne facciano domanda nel termine di sei mesi a partire dallo scambio delle ratifiche del presente Trattato.


Art. 17. Le pensioni civili e militari regolarmente liquidate e ch’erano a carico delle casse pubbliche del Regno Lombardo-Veneto continueranno a restare acquisite ai loro titolari e, ove ne ricorra il caso, alle loro vedove e ai loro figli, e verranno pagate in avvenire dal Governo di Sua Maestà Italiana.

Tale stipulazione viene estesa ai pensionati sia civili che militari, nonché alle loro vedove e figli, senza distinzione d'origine, che conserveranno il loro domicilio nel territorio ceduto ed i cui trattamento economici, pagati fino al 1814 dal Governo delle province lombardo-venete di quell'epoca, ricaddero allora a carico del Tesoro austriaco.


Art. 18. Gli archivi dei territori ceduti, contenenti i titoli di proprietà, i documenti amministrativi e di giustizia civile, come pure i documenti politici e storici dell'antica Repubblica di Venezia, saranno rimessi nella loro integrità ai Commissari che saranno designati a tale scopo, ai quali saranno del pari consegnati gli oggetti d'arte e di scienza relativi specialmente al territorio ceduto.

Reciprocamente, i titoli di proprietà, i documenti amministrativi e di giustizia civile, riguardanti i territori austriaci, che possano trovarsi negli archivi dei territori ceduti, saranno rimessi nella loro integrità ai Commissari di Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica.

I Governi d'Italia e d'Austria si vincolano a comunicarsi reciprocamente, su domanda delle Autorità amministrative superiori, tutti i documenti e le informazioni relative agli affari riguardanti sia il territorio ceduto sia i territori contigui.

Essi si vincolano inoltre a lasciar trarre copia autentica dei documenti storici e politici che possano interessare i territori rimasti rispettivamente in possesso dell'altra Potenza contraente e che, nell'interesse della scienza, non potranno essere divisi dagli archivi ai quali appartengono.


Art. 19. Le Alte Potenze contraenti si obbligano ad accordare reciprocamente le maggiori agevolazioni doganali possibili agli abitanti confinari dei due Paesi per il godimento delle loro proprietà e l'esercizio delle loro industrie.


Art. 20. I Trattati e le Convenzioni che sono stati confermati dall'art. 17 del Trattato di pace sottoscritto a Zurigo il 10 novembre 1859 torneranno provvisoriamente in vigore per un anno e saranno estesi a tutti i territori del Regno d'Italia. Nel caso in cui questi Trattati o Convenzioni non fossero denunziati tre mesi avanti lo spirar di un anno dalla data dello scambio delle ratifiche, essi rimarranno in vigore e così di anno in anno.

Tuttavia le due Alte Potenze contraenti si obbligano a sottoporre nel termine di un anno questi Trattati e Convenzioni ad una revisione generale, per apportarvi di comune accordo le modifiche che si reputeranno conformi all'interesse dei due Paesi.


Art. 21. Le due Alte Potenze contraenti si riservano d’avviare negoziati, non appena potranno farlo, per facilitare reciprocamente sulle basi le più larghe le transazioni fra i due Paesi.

Frattanto e nel termine fissato nell'articolo precedente, il Trattato di commercio e di navigazione del 18 ottobre 1851 rimarrà in vigore e sarà applicato a tutto il territorio del Regno d'Italia.


Art. 22. I Principi e le Principesse della Casa d'Austria, nonché le Principesse che sono entrate a far parte della Famiglia Imperiale per via di matrimonio, rientreranno, facendo valere i loro titoli, nel pieno ed intero possesso delle loro proprietà private, sia mobiliari che immobiliari, delle quali potranno godere e disporre senza venir molestati in alcun modo quanto all'esercizio dei loro diritti.

Sono nondimeno fatti salvi tutti i diritti dello Stato e dei privati, che siano fatti valere con i mezzi legali.


Art. 23. Per contribuire con tutti i loro sforzi alla pacificazione degli animi, Sua Maestà il Re d'Italia e Sua Maestà l'Imperatore d'Austria dichiarano e promettono che, nei loro rispettivi territori, vi sarà piena ed intera amnistia per tutti gli individui compromessi in occasione degli avvenimenti politici accaduti nella Penisola fino a questo giorno. Di conseguenza, nessun individuo, di qualunque classe o condizione egli sia, potrà essere processato, molestato, o turbato nella sua persona o nella sua proprietà o nell'esercizio dei suoi diritti, a cagione della sua condotta o delle sue opinioni politiche.


Art. 24. Il presente Trattato sarà ratificato e le ratifiche saranno scambiate a Vienna entro quindici giorni o più presto, se possibile.

In fede di che i rispettivi Plenipotenziari l’hanno firmato e vi hanno apposto il sigillo dei loro stemmi araldici.


Fatto a Vienna il tre del mese d'ottobre dell'anno di grazia mille ottocento sessantasei.





(L. S.): MENABREA

(L. S.): WIMPFFEN



























Articolo addizionale


Il Governo di Sua Maestà il Re d'Italia s'impegna verso il Governo di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica ad effettuare il pagamento di trentacinque milioni di fiorini, valuta austriaca, equivalente ad ottantasette milioni e cinquecentomila franchi, pattuiti all'art. 6 del presente Trattato, nel modo ed alle scadenze qui appresso determinate.

Sette milioni saranno pagati in denaro contante mediante sette mandati o buoni del Tesoro all'ordine del Governo Austriaco, ciascuno da un milione di fiorini, pagabili a Parigi, al domicilio di uno dei principali banchieri o di un Istituto di credito di prim'ordine, senza interessi, allo spirare del terzo mese dal giorno della sottoscrizione del presente Trattato, e saranno rimessi al Plenipotenziario di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica, al momento dello scambio delle ratifiche.

Il pagamento dei ventotto milioni di fiorini restanti avrà luogo a Vienna in denaro contante, mediante dieci mandati o buoni del Tesoro all'ordine del Governo Austriaco, pagabili a Parigi in ragione di due milioni ed ottocentomila fiorini, valuta austriaca, ciascuno alla scadenza di due mesi in due mesi successivi. Questi dieci mandati o buoni del Tesoro saranno parimenti rimessi al Plenipotenziario di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica al momento dello scambio delle ratifiche.

Il primo di questi mandati o buoni del tesoro scadrà due mesi dopo il pagamento dei mandati per sette milioni di fiorini qui sopra pattuiti.

Per questo termine, come per tutti i termini seguenti, gl’interessi saranno calcolati al 5%, partendo dal primo giorno del mese che seguirà lo scambio delle ratifiche del presente Trattato.

Il pagamento degl’interessi avrà luogo a Parigi, allo scadere di ogni mandato o buono del tesoro.

Il presente articolo addizionale avrà la stessa forza e valore che se fosse inserito parola per parola nel Trattato odierno.


Vienna, 3 ottobre 1866.




(L. S.): MENABREA

(L. S.): WIMPFFEN




Ratificato da Sua Maestà: Torino, 6 ottobre 1866.

Scambio delle ratifiche: Vienna 12 ottobre 1866.





Il Trattato di pace di Vienna, concluso il 3 ottobre 1866 fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Austria,

nel testo originale francese


Au Nom de la très-sainte et indivisible Trinité.


Sa Majesté le Roi d’ltalie et Sa Majesté 1’Empereur d’Autriche ayant résolu d’établir entre Leurs États respectifs une paix sincère et durable;

Sa Majesté l’Empereur d’Autriche ayant cédé à Sa Majesté l’Empereur des Français le Royaume Lombardo-Vénitien;

Sa Majesté l’Empereur des Français de son côté s’étant déclaré prêt à reconnaître la réunion du dit Royaume Lombardo-Vénitien aux Etats de Sa Majesté le Roi d’ltalie, sous réserve du consentement des populations dûment consultées;

Sa Majesté le Roi d’Italie et Sa Majesté l’Empereur d’Autriche ont nommé pour Leurs Plénipotentiaires, savoir:

Sa Majesté le Roi d’ltalie, le Sieur Louis-Frédéric Comte Menabrea, Sénateur du Royaume, Grand Cordon de I’Ordre militaire de Savoie, Chevalier de I’Ordre du mérite civil de Savoie, Grand Oflicier de I’Ordre des Saints Maurice et Lazare, décoré de la médaille d’or à la valeur militaire, Lieutenant Général, Commandant Général du Génie à l’Armée et Président du Comité de l’Arme, etc., etc., etc.

Sa Majesté l’Empereur d’Autriche, le Sieur Félix Comte Wimpffen, Son Chambellan actuel, Envoyé et Ministre Plénipotentiaire en mission extraordinaire, etc., etc., etc.

Lesquels, après avoir échangé leurs pleins pouvoirs respectifs, trouvés en bonne et due forme, sont convenus des articles suivants:


I. - Il y aura, à dater du jour de l’échange des ratifications du présent Traité, paix et amitié entre Sa Majesté le Roi d’ltalie et Sa Majesté l’Empereur d’Autriche, Leurs Héritiers et Successeurs, Leurs Etats et sujets respectifs, à perpétuité.


II. - Les prisonniers de guerre italiens et autrichiens seront immédiatement rendus de part et d’autre.


III. - Sa Majesté I’Empereur d’Autriche consent à la réunion du Royaume Lombardo-Vénitien au Royaume d’ltalie.


IV. - La frontière du territoire cédé est déterminée par les confins administratifs actuels du Royaume Lombardo-Vénitien.

Une Commission militaire instituée par les deux Puissances contractantes sera chargée d’exécuter le tracé sur le terrain dans le plus bref délai possible.


V. - L’évacuation du territoire cédé et déterminé par l’article précédent, commencera immédiatement après la signature de la paix, et sera terminée dans le plus bref délai possible, conformément aux arrangements concertés entre les Commissaires spéciaux désignés à cet effet.


VI. - Le Gouvernement italien prendra à sa charge: 1° La partie du Monte Lombardo-Veneto qui est restée à l’Autriche en vertu de la Convention conclue à Milan en 1860 pour l’exécution de l’article VIl du Traité de Zurich; 2° Les dettes ajoutées au Monte Lombardo-Veneto depuis le 4 juin 1859 jusqu’au jour de la conclusion du présent Traité; 3° Une somme de trente-cinq millions de florins, valeur autrichienne, argent effectif, pour la partie de l’emprunt de 1854 afférente à la Vénétie et pour le prix du matériel de guerre non transportable. Le mode de paiement de cette somme de trente-cinq millions de florins, valeur autrichienne, argent effectif, sera, conformément au précédent du Traité de Zurich, déterminé dans un article additionnel.


VlI. - Une Commission composée des délégués de l’Italie, de l’Autriche et de la France procédera à la liquidation des différentes catégories énoncées dans les deux premiers alinéas de l’article précédent en tenant compte des amortissements effectués et des biens, capitaux, de toute espèce, constituant les fonds d’amortissement. Cette Commission procédera au règlement définitif des comptes entre les Parties contractantes et fixera le temps et le mode d’exécution de la liquidation du Monte Lombardo-Veneto.


VIII. - Le Gouvernement de Sa Majesté le Roi d’ltalie succède aux droits et obligations résultant des contrats régulièrement stipulés par l’Administration autrichienne pour des objets d’intérêt public concernant spécialement le Pays cédé.


lX. - Le Gouvernement Autrichien restera chargé du remboursement de toutes les sommes versées par les habitants du territoire cédé, par les Communes, établissements publics et Corporations religieuses, dans les caisses publiques autrichiennes, à titre de cautionnements, dépôts ou consignations. De même les sujets autrichiens, Communes, établissements publics et Corporations religieuses qui auront versé des sommes à titre de cautionnements, dépôts ou consignations, dans les caisses du territoire cédé, seront exactement remboursés par le Gouvernement Italien.


X. - Le Gouvernement de Sa Majesté le Roi d’ltalie reconnaît et confirme les concessions de chemins de fer accordées par le Gourvernement Autrichien sur le territoire cédé dans toutes leurs dispositions et pour toute leur durée, et nommément les concessions résultant des contrats passés en date du 14 mars 1856 , 8 avril 1857 et 23 septembre 1858.

Le Gouvernement Italien reconnaît et confirme également les dispositions de la Convention passée le 20 novembre 1861 entre l’Administration autrichienne et le Conseil d’Administration de la Société des chemins de fer d’Etat du Sud lombardo-vénitiens et central-italiens, ainsi que la Convention passée le 27 février 1866 entre le Ministère Impérial des finances et du commerce et la Société autrichienne du Sud.

A partir de l’échange des ratifications du présent Traité le Gouvernement Italien est subrogé à tous les droits et à toutes les obligations qui résultaient pour le Gouvernement Autrichien des Conventions précitées, en ce qui concerne les lignes de chemins de fer situées sur le territoire cédé.

En conséquence, le droit de dévolution qui appartenait au Gouvernement Autrichien à l’égard de ces chemins de fer est transféré au Gouvernement Italien.

Les paiements qui restent à faire sur la somme due à l’Etat par les concessionnaires, en vertu du contrat du 14 mars 1856, comme équivalent des dépenses de construction des dits chemins, seront effectués intégralement dans le Trésor autrichien. Les créances des entrepreneurs de constructions et des fournisseurs, de même que les indemnités pour expropriations de terrains se rapportant à la période où les chemins de fer en question étaient administrés, pour le compte de l’Etat, qui n’auraient pas encore été acquittées, seront payées par le Gouvernement Autrichien et, pour autant qu’ils y sont tenus en vertu de l’acte de concession, par les concessionnaires au nom du Gouvernement Autrichien.


XI. - Il est entendu que le recouvrement des créances résultant des paragraphes 12, 13, 14, 15 et 16 du contrat du 14 mars 1856 ne donnera à l’Autriche aucun droit de contrôle et de surveillance sur la construction et l'exploitation des chemins de fer dans le territoire cédé. Le Gouvernement Italien s’engage de son côté à donner tous les renseignements qui pourraient être demandés, à cet égard, par le Gouvernement Autrichien.


XII. - Afin d’étendre aux chemins de fer de la Vénétie les prescriptions de l’article XV de la Convention du 27 février 1866, les Hautes Puissances contractantes s’engagent à stipuler aussitòt que faire se pourra, de concert avec la Societé des chemins de fer du Sud autrichiens, une Convention pour la séparation administrative et économique des groupes de chemins de fer vénitiens et autrichiens.

En vertu de la Convention du 27 février 1866 la garantie que l’Etat doit payer à la Société des chemins de fer autrichiens du Sud devra être calculée sur la base du produit brut de l’ensemble de toutes les lignes vénitiennes et autrichiennes constituant le réseau des chemins de fer du Sud autrichiens actuellement concédé à la Société. Il est entendu que le Gouvernement Italien prendra à sa charge la partie proportionnelle de cet garantie qui correspond aux lignes du territoire cédé, et que pour l’évaluation de cette garantie on continuera à prendre pour base l’ensemble du produit brut des lignes vénitiennes et autrichiennes concédées à la dite Société.


XIII. - Les Gouvernements d’Italie et d’Autriche, désireux d’étendre les rapports entre les deux Etats, s’engagent à faciliter les communications par chemins de fer et à favoriser l’établissement de nouvelles lignes pour relier entre eux les réseaux italiens et autrichiens.

Le Gouvernement de Sa Majesté Impériale Royale Apostolique promet en outre de hâter autant que possible l’achèvement de la ligne du Brenner destinée à unir la vallée de l’Adige avec celle de l’lnn.


XIV. - Les habitants ou originaires du territoire cédé jouiront, pendant l’espace d’un an à partir du jour de l’échange des ratifications, et moyennant une déclaration préalable à l’Autorité compétente, de la faculté pleine et entière d’exporter leurs biens meubles en franchise de droits, et de se retirer avec leurs familles dans les Etats de Sa Majesté Impériale Royale Apostolique, auquel cas la qualité de sujets autrichiens leur sera maintenue. Ils seront libres de conserver leurs immeubles situés sur le territoire cédé.

La même faculté est accordée réciproquement aux individus originaires du territoire cédé établis dans les Etats de Sa Majesté l’Empereur d’Autriche.

Les individus qui profiteront des présentes dispositions ne pourront être, du fait de leur option, inquiétés de part ni d’autre dans leurs personnes ou dans leurs propriétés situées dans les Etats respectifs.

Le délai d’un an est étendu à deux ans pour les individus originaires du territoire cédé qui, à l’époque de l’échange des ratifications du présent Traité, se trouveront hors du territoire de la Monarchie Autrichienne.

Leur déclaration pourra être reçue par la Mission autrichienne la plus voisine, ou par l’Autorité supérieure d’une province quelconque de la Monarchie.


XV. - Les sujets lombardo-vénitiens faisant partie de l’armée autrichienne seront immédiatement libérés du service militaire et renvoyés dans leurs foyers.

Il est entendu que ceux d’entre eux qui déclareront vouloir rester au service de Sa Majesté Impériale Royale Apostolique seront libres de le faire et ne seront point inquiétés pour ce fait, soit dans leurs personnes, soit dans leurs propriétés

Les mêmes garanties sont assurées aux employés civils originaires du Royaume Lombardo-Vénitien qui manifesteront l’intention de rester au service de l’Autriche.

Les employés civils originaires du Royaume Lombardo-Vénitien auront le choix, soit de rester au service de l’Autriche, soit d’entrer dans l’administration italienne, auquel cas le Gouvernement de Sa Majesté le Roi d’ltalie s’engage, soit à les placer dans des fonctions analogues à celles qu’ils occupaient, soit à leur allouer des pensions dont le montant sera fixé d’après les lois et règlements en vigueur en Autriche.

Il est entendu que les employés dont il s’agit seront soumis aux lois et règlements disciplinaires de l’administration italienne.


XVI. - Les officiers d’origine italienne, qui actuellement se trouvent au service de l’Autriche, auront le choix, ou de rester au service de Sa Majesté Impériale et Royale Apostolique, ou d’entrer dans l’armée de Sa Majesté le Roi d’ltalie avec les grades qu’ils occupent dans l’armée autrichienne, pourvu qu’ils en fassent la demande dans le délai de six mois à partir de l’échange des ratifications du présent Traité.


XVII. - Les pensions tant civiles que militaires régulièrement liquidées, et qui étaient à la charge des caisses publiques du Royaume Lombardo-Vénitien, continueront à rester acquises à leurs titulaires et, s’il y a lieu, à leurs veuves et à leurs enfants, et seront acquittées à l’avenir par le Gouvernement de Sa Majesté Italienne.

Cette stipulation est étendue aux pensionnaires tant civils que militaires, ainsi qu’à leurs veuves et enfants, sans distinction d’origine, qui conserveront leur domicile dans le territoire cédé, et dont les traitements, acquittés jusqu’en 1814 par le Gouvernement des provinces lombardo-vénitiennes de cette époque, sont alors tombés à la charge du Trésor autrichien.


XVIII. - Les archives des territoires cédés contenant les titres de propriété, les documents administratifs et de justice civile, ainsi que les documents politiques et historiques de l’ancienne République de Venise, seront remis dans leur intégrité aux commissaires qui seront désignés à cet effet, auxquels seront également consignés les objets d’art et de science spécialement affectés au territoire cédé.

Réciproquement, les titres de propriété, documents administratifs et de justice civile concernant les territoires autrichiens, qui peuvent se trouver dans les archives du territoire cédé, seront remis dans leur intégrité aux commissaires de Sa Majesté Impériale et Royale Apostolique.

Les Gouvernements d’ltalie et d’Autriche s’engagent à se communiquer réciproquement, sur la demande des Autorités administratives supérieures, tous les documents et informations relatifs à des affaires concernant à la fois le territoire cédé et les pays contigus.

Ils s’engagent aussi à laisser prendre copie authentique des documents historiques et politiques qui peuvent intéresser les territoires restés respectivement en possession de l’autre Puissance contractante, et qui, dans l’intérêt de la science, ne pourront être séparés des archives auxquelles ils appartiennent.


XIX. - Les Hautes Puissances contractantes s’engagent à accorder réciproquement les plus grandes facilités douanières possibles aux habitants limitrophes des deux Pays pour l’exploitation de leurs propriétés et l’exercice de leurs industries.


XX. - Les Traités et Conventions qui ont été confirmés par l’article XVII du Traité de paix signé à Zurich le 10 novembre 1859 rentreront provisoirement en vigueur pour une année, et seront étendus à tous les territoires du Royaume d’ltalie. Dans le cas où ces Traités et Conventions ne seraient pas dénoncés trois mois avant l’expiration d’une année à partir de l’échange des ratifications, ils resteront en vigueur, et ainsi d’année en année.

Toutefins les deux Hautes Parties contractantes s’engagent à soumettre dans le terme d’une année ces Traités et Conventions à une révision générale afin d’y apporter d’un commun accord les modifications qui seront jugées conformes à l’intérêt des deux Pays.


XXI. - Les deux Hautes Puissances contractantes se réservent d’entrer, aussitôt que faire se pourra, en négociation sur les bases les plus larges pour faciliter réciproquement les transactions entre les deux Pays.

En attendant, et pour le terme fixé dans l’article précédent, le Traité de commerce et de navigation du 18 octobre 1851 restera en vigueur et sera appliqué à tout le territoire du Royaume d’Italie.


XXII. - Les Princes et les Princesses de la Maison d’Autriche, ainsi que les Princesses qui sont entrées dans la Famille Impériale par voie de mariage, rentreront, en faisant valoir leurs titres, dans la pleine et entière possession de leurs propriétés privées, tant meubles qu’immeubles, dont ils pourront jouir et disposer sans être troublés en aucune manière dans l’exercice de leurs droits.

Sont, toutefois, réservés tous les droits de l’Êtat et des particuliers à faire valoir par les moyens légaux.


XXIII. - Pour contribuer de tous leurs efforts à la pacification des esprits, Sa Majesté le Roi d’ltalie et Sa Majesté l’Empereur d’Autriche déclarent et promettent que, dans leurs territoires respectifs, il y aura pleine et entière amnistie pour tous les individus compromis à l’occasion des événements politiques survenus dans la Péninsule jusqu’à ce jour. En conséquence, aucun individu de quelque classe ou condition qu’il soit ne pourra être poursuivi, inquiété ou troublé dans sa personne ou sa propriété, ou dans l’exercise de ses droits en raison de sa conduite ou de ses opinions politiques.


XXIV. - Le présent Traité sera ratifié et les ratifications en seront échangées à Vienne dans l’espace de quinze jours ou plus tôt si faire se peut.

En foi de quoi les Plénipotentiaires respectifs l’ont signé et y ont apposé le sceau de leurs armes.


Fait à Vienne le trois du mois d’octobre de l’an de grâce mil huit cent soixante six.




(L. S.) Menabrea

(L. S.) Wipffen













Article additionnel


Le Gouvernement de Sa Majesté le Roi d’ltalie s’engage envers le Gouvernement de Sa Majesté Impériale et Royale Apostolique à effectuer le paiement de trente-cinq millions de florins, valeur autrichienne, équivalant à quatre-vingt sept millions cinq cent mille francs, stipulés par l’article VI du présent Traité, dans le mode et aux échéances ci-après déterminées.

Sept millions seront payés en argent comptant moyennant sept mandats ou bons de Trésor à l’ordre du Gouvernement Autrichien, chacun d’un million de florins, payables à Paris au domicile d’un des premiers banquiers ou d’un établissement de crédit de premier ordre, sans intérêts, à l’expiration du troisième mois à dater du jour de la signature du présent Traité, et qui seront remis au Plénipotentiaire de Sa Majesté Impériale et Royale Apostolique lors de l’échange des ratifications.

Le paiement des vingt-huit millions de florins restant aura lieu à Vienne en argent comptant moyennant dix mandats ou bons du Trésor à I’ordre du Gouvernement Autrichien, payables à Paris à raison de deux millions huit-cent mille florins, valeur autrichienne, chacun, échéants de deux en deux mois successifs. Ces dix mandats ou bons du Trésor seront de même remis au Plénipotentiaire de Sa Majesté Impériale et Royale Apostolique lors de l’échange des ratifications.

Le premier de ces mandats ou bons du Trésor sera échéable deux mois après le paiement des mandats ou bons du Trésor pour les sept millions de florins ci-dessus stipulés.

Pour ce terme, comme pour tous les termes suivants, les intérêts seront comptés à 5 pour cent à partir du premier jour du mois qui suivra l’échange des ratifications du présent Traité.

Le paiement des intérêts aura lieu à Paris à l’échéance de chaque mandat ou bon du Trésor.

Le présent article additionnel aura la même force et valeur que s’il était inséré mot à mot au Traité de ce jour.


Vienne, le 3 octobre 1866.




(L. S.) Menabrea

(L. S.) Wipffen




Ratificato da Sua Maestà: Torino, 6 ottobre 1866.

Scambio delle ratifiche: Vienna 12 ottobre 1866.



Il testo italiano del Trattato è qui ripreso, con le correzioni e aggiunte resesi necessarie dalle lacune della pagina web che lo riporta e a seguito di raffronto con la versione in lingua francese, da: https://it.wikisource.org/wiki/Pace_di_Vienna_-_3_ottobre_1866 A seguire, il testo del Trattato nell’originale francese. La Pace di Vienna seguiva al Trattato di pace di Praga del 23 agosto 1866, che poneva fine alla guerra austro-prussiana, conclusasi con la disastrosa sconfitta dell’esercito imperiale a Sadowa, in Boemia, oggi Repubblica Ceca (3 luglio 1866). Fu solo grazie alla vittoria prussiana che il Regno d’Italia, sconfitto dagli austriaci per terra (a Custoza, il 24 giugno 1866) e per mare (a Lissa, il 20 luglio 1866) poté insignorirsi della Venetia, di Udine e di Mantova.

Il testo è reperibile in: Raccolta dei Trattati e delle Convenzioni fra il Regno d’Italia ed i Governi esteri. Compilata per cura del Ministro per gli Affari Esteri. Volume secondo contenente i Trattati e le Convenzioni conchiuse dal 1° gennaio 1865 al 1° gennaio 1868. Tipografia G.B. Paravia e compagni. Torino 1869, pp. 193-203. Ora anche al link: https://books.google.it/books?id=1RAoAQAAMAAJ&pg=PR1&dq=trattati+regno+d%27italia+volume+secondo&hl=it&sa=X&ved=0CCYQ6AEwAWoVChMImPjt5Zb-yAIVi_ByCh0-wA3t#v=onepage&q=vienna&f=false