Riflessioni politicamente e religiosamente anticonformiste
SUGLI
ATTENTATI ISLAMICI DI PARIGI
(7-9
gennaio 2015)
Le
teste mozzate dagl’islamisti dell’Isis (a
sinistra) e quelle (a destra) recise
dalla Rivoluzione francese, nel nome di liberté, égalité, fraternité (e laicité).
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Caro Maurizio Ruggiero penso che te dovaria far
sentir la to voxe in te sto momento cusì fondamentae per la nostra
cultura e tradision cristiana. Scuseme
se me permeto de dirte sta
roba, ma penso che soeo ti te sia a persona che mai
come adeso te gà un peso importante in te sto momento
storico aea luce de queo
che xe suceso sti giorni.
WSM! F.M.
Grazie intanto della considerazione, ma la situazione si presenta un po’ più complicata. Infatti lo scontro non è qui fra Islam ed Europa cristiana (magari lo fosse, allora i due campi sarebbero chiari!); ma fra Islam e l’Europa baldracca, atea e della libertà di bestemmia e di errore del giornale di estrema sinistra Charlie Hebdo.
Cerco di spiegarmi meglio. Tutti i mezzi di comunicazione, incluse le vittime francesi, si affannano a distinguere i terroristi (con cui ce l’hanno) dall’Islam, che invece per loro è buono, una religione di pace ecc. Ovviamente tutto ciò è falso, perché i terroristi, guarda caso erano tutti islamici e uccidevano nel nome di Allah. Che poi l’Islam sia sempre stato un nemico storico della Cristianità e abbia perseguitato e martirizzato i cristiani per un millennio e più, non ci piove.
Dall’altra parte c’è il nemico più pericoloso, quello interno, il cancro che erode da dentro quella che fu la Cristianità: i laicisti apostati, eredi della Rivoluzione francese, che fu essenzialmente anticristiana. Quel giornalaccio infame di pseudosatira di Charlie Hebdo era solito pubblicare vignette blasfeme contro Dio e contro la Chiesa che Ti allego a parte, così si vede che letamaio era. Chi se ne importa di quello che pubblicava contro Maometto? Pubblicava ben di peggio contro il vero Dio e contro la vera religione, quella cattolica. E noi dovremmo solidarizzare con questi qui? In una società tradizionale e cristiana un fogliaccio del genere non sarebbe mai esistito; se fosse stato pubblicato sarebbe finito giustamente sotto la lente dell’Inquisizione, a Venezia come dappertutto. E nella Venezia dei Dogi la blasfemia era punita con la morte.
Ecco perché ridurre tutto a un conflitto fra Cristianesimo-Islam
è sbagliato, a meno di non voler considerare Robespierre o Bonaparte dei buoni
cattolici, cosa che non era, ovviamente: si contrappongono qui due nemici.
Quello esterno, l’Islam; e quello massonico-liberale-giacobino-comunista, insomma
i figli della satanica Rivoluzione francese, dall’altro. Gli uni e gli altri coalizzati
contro la tradizione e contro la Chiesa, quella vera, quella di sempre.
Il vignettista blasfemo don
Giovanni Berti, prete veronese, accomuna tutte le religioni (vera e false) in
Paradiso, ciascuna con la matita in mano, a difesa dei suoi colleghi sacrileghi
di Charlie Hebdo
e della libertà di bestemmia. Il
concilio vaticano II è stato l’adesione delle (false) gerarchie ecclesiali all’ideologia
della Rivoluzione francese del 1789; serviva una prova più lampante?
Già, la Chiesa: se non fosse occupata ora da bergoglisti e figli del concilio vaticano II (1962-65), che fu la Rivoluzione francese dentro la Chiesa, i primi che avrebbero dovuto volere la chiusura dell’infame giornale avrebbero dovuto essere i cattolici. Ma, compromessi col mondo e con le ideologie moderne, non lo fanno, non hanno fatto nulla; e si accodano un po’ a quelli che agitano le matite, distinguendo da un lato l’Islam buono (con cui fanno gl’incontri interreligiosi, vedi Bergoglio alla moschea blu d’Istanbul solo due mesi fa) dai terroristi. E, dall’altro, un po’ si dispiacciono, non che s’insulti Gesù Cristo, ma Maometto, il predone inventore di una falsa religione di dèmoni.
Come si possa anche solo contrastare (non dirò vincere) l’aggressione dei maomettani col relativismo imbelle dei laicisti senza Dio, resta un mistero, noto solo a quest’ultimi. Poiché il nulla, è nulla.
Ecco, ho provato a spiegarTi la
situazione. L’unica alternativa vera, odiata dagl’islamisti e ancor più dagli Charlie Hebdo,
dai liberalacci e dai comunistacci
vari, nonché dai preti vaticanosecondisti traditori,
è il ritorno all’Europa cattolica e tradizionale di prima del nefasto 1789.
Quello che vogliamo noi; quello che sarà, con l’aiuto di Dio, che l’ha promesso.
La lotta fra sacrileghi e islamisti è affar loro. Un caro saluto, M.G.R.
Caro Maurizio te ringrasio profondamente dee to paroe, ansi saria ben che el Gandi de turno el te dasse a possibilità de far ciaro su conceti che no i xè capii da tanta xente rincoionia dae varie TV de stato.
Grasie anca pae vignete che e xè significative. I francesi i ga
queo che i gà semenà, no par gnente i xe soranominai Cochons, vorà pur dir qualcossa.
Sempre dacordo co ti che el
Vaticano 2 el xè sta l'inisio dea fine dei conceti veri
de Gesù Cristo.
Te ringrasio de novo F.M.
Sopra,
a sinistra: Goffredo di Buglione
espugna Gerusalemme alla testa dell’esercito crociato vittorioso, liberando il
Santo Sepolcro dall’usurpazione e dalla tirannide dei maomettani (15 luglio 1099).
Sopra,
a destra: Giunti nel Veneto fra
gennaio e febbraio del 1798, gl’Imperiali vietano la cosiddetta libertà di
espressione e di stampa indiscriminata e provvedono saggiamente a sequestrare e distruggere i giornali rivoluzionari. Tavola inedita
di Alice Nicoletti per i volumi di prossima pubblicazione sulle Pasque Veronesi.
Nota FINALE SULLA SATIRA E SULLA
COSIDDETTA LIBERTà DI ESPRESSIONE E DI STAMPA - Ciascuno può misurare l’affidabilità nella difesa dall’Islam
e dalla sua ferocia, da parte di coloro che sono stati denigratori abituali
della società tradizionale e cattolica ante 1789; che sono stati gli alfieri e
i celebratori progressisti della società multietnica, multirazziale e multireligiosa; e che si sono sperticati in elogi ai
traditori vaticanosecondisti, quando umiliavano
Cristo e la Chiesa, prostituendola al livello delle false religioni
negl’innumerevoli raduni sincretististi e di spirito
massonico convocati in questi decenni. E a cui certi fessi abboccavano.
A sinistra: Decimo Giunio Giovenale (60-127
d.C.) coronato dalla Musa (Talia probabilmente) che
strappa la maschera d’ipocrisia, oggi diremmo progressista. Giovenale fu
celebre per le sue satire dal chiaro intento moralizzatore, che prendevano di
mira novatori, politicanti arrivisti, arrampicatori sociali, donne corrotte e
sodomiti. A destra: Catone il Censore (234-149 a.C.) modello di
pubblica ed esemplare moralità. Roma. Museo Lateranense.
Tutti costoro (liberali, comunisti, laicisti, ecumenisti, vaticanosecondisti, terzomondisti, anticolonialisti,
relativisti della più bell’acqua, funzionari in carriera, ottusi e opportunisti
di ogni risma) hanno pugnalato a morte l’Europa e la sua Civiltà
classico-cristiana, la sola vera Civiltà o per ideologia o per volgare
interesse; per questo dovrebbero essere processati e irremissibilmente
condannati, e così sarà. Se sfuggiranno ai tagliagole dell’Isis, non
sfuggiranno ai rigori dell’Inquisizione e meno che meno alla Giustizia di Dio,
ben più temibile e terribile di quella umana. Tanto più che costoro, pur avendo
sbagliato tutto, non solo non si fanno da parte; ma vorrebbero seguitare a
governare e a comandarci; e, senza il pudore di tacere, eccoli addirittura
impartirci lezioni e pretendere di farsi maestri.
A sinistra: Un Occidente e un’Europa immuni dal virus relativista rivoluzionario
si disfarrebbero con grande facilità della minaccia
islamica, dentro e fuori dei propri confini. A destra: Il laicismo serve solo in funzione anticattolica e per
favorire l’ateismo e le false religioni. Il Corano gettato nella tazza di un
water è un atto criminale di odio religioso; se si tratta invece della Sacra
Bibbia allora assurge ad altissima, intangibile opera d’arte (Opinion, vignetta del 6 agosto 2007).
Sulla satira va detto a chiare
lettere che essa non gode di nessun diritto speciale, rispetto alle attività e
al comportamento di tutti gli altri uomini. Anch’essa, come tutti, ha il dovere
di rispettare le verità oggettive, naturali e soprannaturali, di ordine
dottrinale e morale su Dio, sulla Chiesa e sull’uomo; in secondo luogo, fin dal
tempo dei greci e dei romani, la satira fu sempre e sanamente reazionaria,
ovvero fu fustigatrice dell’immoralità, dei costumi licenziosi e perversi, dell’irreligiosità.
Mentre la pseudosatira moderna è relativista,
anarchica, atea o agnostica, propugna il libertinismo, s’impanca ad antagonista
del potere, mentre è il lacché di un sistema vizioso
e illegittimo, capace di colpire solo quanti dissentono da esso, onde
intimidirli. Insomma è al servizio politico-ideologico della Rivoluzione Dunque
è inaccettabile.
Riguardo alla cosiddetta libertà di espressione e di stampa, valgono le medesime considerazioni espresse sulla satira. Con l’aggiunta che deve rispettare non solo la verità oggettiva su Dio, sulla Chiesa e sull’uomo, ma anche l’onorabilità delle persone.
Gutemberg inventò la stampa a
caratteri mobili nel 1455. Ma è di tutta evidenza che i fautori giacobini e
neogiacobini della libertà di stampa e di espressione intendono non la libertà
di stampare e divulgare quanto vi è di buono e retto, bensì di propagandare e
sostenere il male, poiché la libertà dei rivoluzionari, quella che interessa
loro, è sempre per il male, mai per il bene. Questa pretesa libertà consiste in
questo: che una setta, quella dei giornalisti, sia la sola titolata a
controllare il flusso d’informazioni da elargire a loro piacimento all’opinione
pubblica, in modo da condizionare e deformare ogni “notizia” a fini di lotta
politica e a servizio della Rivoluzione; questa setta di professionisti,
guardiana dei princìpi rivoluzionari del 1789, s’intromette inoltre a
controllare e gestire le comunicazioni fra i governanti e i governati (senza
che nessuno gliel’abbia chiesto, ma è la storditaggine del potere politico ad
averglielo consentito). Di più si attribuisce — non si capisce in nome di quale
superiorità morale, dal momento che i giornalisti sono corrotti come pochi — il
ruolo di controllore di chi detiene la Cosa Pubblica, oltre a condizionare come
deve pensarla ogni singolo individuo, cioè come vuole appunto la setta, senza
violenza apparente, ma soggiacendo alla forza del conformismo. I carrieristi
democratici, preoccupati solo del loro posto e di compiacere alla Rivoluzione e
gli altri mediocri e malvissuti fanno il resto.
Sopra: Come la setta della cosiddetta libertà di stampa e di espressione,
al soldo o al servizio ideologico della Rivoluzione anticristiana, deforma
sistematicamente la verità: giornalisti comprati e altri che, selezionando un
particolare a fini politici, rovesciano
persino le responsabilità fra carnefice e vittima, come il dettaglio mostrato
dalla telecamera rende evidente.
Invece in una società tradizionale e bene ordinata i governanti hanno a cuore il bene non solo materiale, ma anche spirituale e morale dei propri consociati, di cui sanno che risponderanno al cospetto di Dio e perciò:
a) come un tempo i pubblici banditori leggevano al popolo i proclami nell’ora e nei luoghi di maggior folla e affiggevano sui muri i manifesti e gli avvisi dell’autorità, così qualsiasi potere politico legittimo gestirà in prima persona il flusso delle informazioni utili alla cittadinanza, che sono poi quelle che interessano la vita pratica di tutti i giorni, e ne raccoglierà direttamente le istanze, ascoltando e dando udienza a tutti, come faceva il Re di Francia Luigi IX il Santo sotto la famosa quercia del bosco di Vincennes, alle porte di Parigi; senza che uno sciame d’interessati mediatori, di mestatori abituali e di deformatori professionali possa frapporsi in mezzo, a far danni;
b) non permetterà mai che i fogli, le radio, le televisioni, internet, i social networks o qualsiasi altro mezzo d’espressione assurgano a cattedre dell’errore o a banditori d’immoralità;
c) controllerà e reprimerà con adeguate sanzioni ogni
violazione, esercitando una sacrosanta censura (Magistratura questa, conosciuta
e apprezzata anche dagli antichi) sia preventiva che successiva, onde evitare
la propaganda delle dottrine rivoluzionarie, irreligiose e gli scandali. M.G.R.
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pagina precedente: Il Re
di Francia San Luigi IX (1214-1270) amministra la giustizia nel parco del
Castello di Vincennes, sotto la celebre quercia, Opera
di Eugène Guillaume, 1877, Galleria Saint-Louis, Corte di Cassazione, Parigi.
Sotto: Cristo
giudice fra gli angeli. Affresco di Beato Angelico. 1447.
Orvieto. Duomo. Cappella di San Brizio.