L'AFFONDAMENTO
DEL LUSITANIA
Nell'agosto del 1914 pochi si resero conto della natura
del conflitto appena scoppiato; si pensò ad una guerra di pochi mesi, ma
il progresso tecnologico dell'ultimo ventennio aveva creato nuovi, micidiali
strumenti morte. Le munizioni dei contendenti si ridussero rapidamente al
minimo e fu necessario trovare altri fornitori esterni per rimpiazzare quelle
mancanti.
Questo fu lo scenario cui attinse l'Intesa,
l’alleanza anglo-francese, per inventare le calunnie che circolarono intorno all'affondamento, da
parte della Marina Imperiale tedesca, del transatlantico britannico Lusitania.
La menzogna fu arricchita di particolari fantasiosi e,
chiaramente, propagandistici; si fece credere che i tedeschi, per festeggiare
l'avvenimento, avessero addirittura coniato una medaglia-ricordo.
L'affondamento fu sfruttato soprattutto come mezzo per ingrossare le
file degli arruolati nel modesto esercito statunitense; servì inoltre ad
attizzare l'odio contro la Germania e contro i suoi alleati, preparando
psicologicamente gli americani alla guerra.
Tuttavia molti elementi della sceneggiata
propagandistica non risultavano convincenti, e così l'entrata in guerra degli
Stati Uniti fu rinviata.
GLI STATI
UNITI E LA GUERRA EUROPEA
In un primo momento gli americani, pur
simpatizzando per la Francia e per la Gran Bretagna, proclamarono la loro assoluta
neutralità, garantendo che avrebbero rispettato gli obblighi connessi a questa
loro proclamata equidistanza. Molte ragioni, del resto, consigliavano il
"non intervento": negli Stati Uniti la Russia zarista, alleata delle due democrazie europee, era
malvista; inoltre un quinto almeno degli americani era di origine tedesca[1].
Più inquietante per la Gran Bretagna e per il suo
disegno di coinvolgere gli Stati Uniti nel conflitto, era l'ostilità degli
d'immigrati irlandesi, organizzati nella Tammany Society che controllava la città di Nuova York; in questa
città vi era il centro propulsivo dell'insurrezione, nota come "la settimana di Pasqua di Dublino".
Influente ed apparentemente filotedesca sembrava a Nuova York la comunità
ebraica[2].
Per la Gran Bretagna, la primavera del 1915 si
rivelò un periodo difficile; sbolliti gli ardori iniziali, in Inghilterra si
diffuse la notizia del massacro sui campi di battaglia della Somme, oltre a
quello del fallito sbarco di Gallipoli, che avrebbe dovuto portare alla
capitolazione dell’Impero Turco, a riaprire le vie marittime con l’alleato
russo attraverso i Dardanelli e si risolse invece, alla fine di quell’anno, in
una catastrofe, con oltre 250mila morti fra gli Alleati.
Il Primo Lord dell'Ammiragliato, Winston Churchill, era nel mirino dell’opinione pubblica britannica, a causa di questa disastrosa impresa, di cui egli era stato il principale artefice.
Il Presidente Woodrow Wilson, democratico, eletto
nel 1912, assicurò che gli Stati Uniti non sarebbero entrati in guerra, e
ribadì questa promessa nella campagna elettorale del 1916 a seguito della quale
fu rieletto, trionfando sul rivale, il candidato repubblicano Charles Evans Huges. Wilson nominò Segretario di Stato William J. Bryan;
il suo consigliere legale e successore, Robert Lansing, diverrà
famoso per aver rifiutato di sottoscrivere il trattato di pace di Versailles,
che chiuderà la Seconda Guerra Mondiale.
AFFARI E
NEUTRALITÀ
La dichiarazione di neutralità degli Stati Uniti fu
accompagnata dall'impegno che non sarebbero state vendute armi a nessuno dei
due contendenti, ma quest'assicurazione fu di breve durata. Troppo ghiotta era
per gli americani l'idea di poter trafficare
con i belligeranti. I produttori di esplosivi fecero pressioni su Wilson,
accampando che, se esclusi dal mercato europeo, le loro merci sarebbero state
soppiantate da quelle di Argentina, Australia e Canadà.
Alla fine Wilson cedette ed il commercio di
armi fu reso legale grazie ad una doppiezza legislativa appositamente
escogitata.
Gli Stati Uniti erano l'unico Paese neutrale in grado
di produrre in modo massiccio munizioni; g’inglesi, possedendo la flotta
mercantile più consistente al mondo, erano i soli a poterle trasportare in
Europa. Imponendo per di più il blocco navale di tutte le merci, alimentari
inclusi, dirette in Germania e nei Paesi suoi alleati.
La Germania imperiale non aveva scelta; sebbene il suo
esercito fosse il più potente della terra, gl’inglesi restavano i padroni dei
mari[3],
ed ai tedeschi non rimaneva altra scelta che utilizzare i sottomarini per
bloccare la marea di munizioni che giungeva illegalmente da oltre oceano. Anche
la guerra di corsa (peraltro inventata dall'Inghilterra nel XVI secolo contro i
galeoni spagnoli) si rendeva necessaria[4] per
impedire la morte per fame dei neonati colpevoli di essere venuti al mondo
dalla parte sbagliata.
Gl’inglesi avevano annunciato chiaramente di voler
prendere la Germania per fame, ed a tal fine essi "aggirarono" la
dichiarazione di neutralità, stilando una lista dei generi da "esportare"
(cioè ammessi al commercio) e quelli considerati di "contrabbando",
tra cui le armi da fuoco e il loro munizionamento.
La gestione di questo macchinoso sistema doveva
essere affidata alla discrezione degli ufficiali di dogana statunitensi
(!). Per gli americani, invece, una volta accettato il principio della libera
vendita, fu semplice escogitare raggiri e sotterfugi per imbarcare armi
dai porti americani e farle giungere a destinazione.
LA RISPOSTA
TEDESCA ALL'INVIO DI ARMI DA PARTE AMERICANA
I tedeschi non potevano tollerare questo palese
doppiogiochismo, e si premunirono, creando una rete di spie tramite l'addetto
militare all'Ambasciata tedesca a Washington[5].
La fabbricazione di armi da impiegare contro la Germania e la loro spedizione
in Inghilterra furono ostacolate con la costituzione di sindacati di
operai portuali (per lo più irlandesi) che ne impedivano il carico tramite scioperi;
poi si passò ad azioni più eclatanti: ordigni a tempo furono nascosti sulle
navi in partenza per la Russia e per l’Inghilterra.
Nell'autunno del 1915 fu incendiato il terminal ferroviario del porto di Nuova
York denominato Black Tom e congiunto
al molo a cui attraccavano le navi che caricavano le armi della Compagnia Cunard, dirette in Inghilterra[6].
Un sistema per inviare merci e armi di contrabbando, era
quello di contraffare le polizze assicurative in cui si dichiarava il tipo di
carico trasportato; la verità era ben conosciuta agli spedizionieri ed al
governo americano.
I tedeschi, consci che un incidente diplomatico
avrebbe potuto spingere Wilson a dichiarare guerra, fecero un estremo tentativo
per ostacolare la spedizione di esplosivi, invitando i passeggeri dei
transatlantici a non imbarcarsi per l'Europa.
Nell'aprile del 1915 molti giornali statunitensi pubblicarono infatti la
seguente inserzione[7]:
NOTICE! |
AVVISO! |
TRAVELLERS INTENDING TO EMBARK ON THE ATLANTIC
VOYAGE ARE REMINDED THAT A STATE OF WAR EXISTS BETWEEN GERMANY AND GREAT
BRITAIN AND HER ALLIES; THAT THE ZONE OF WAR INCLUDES THE WATERS ADJACENT TO
THE BRITISH ISLES; THAT IN ACCORDANCE WITH FORMAL NOTICE GIVEN BY THE
IMPERIAL GERMAN GOVERNEMENT, VESSELS FLYING THE FLAG OF GREAT BRITAIN,
OR OF ANY OF HER ALLIES, ARE LIABLE TO DESTRUCTION IN THOSE WATERS AND THAT
TRAVELLERS SAILING IN THE WAR ZONE ON SHIPS OF GREAT BRITAIN OR THERE ALLIES
DO SO AT THEIR OWN RISK. |
Ai viaggiatori
che intendono intraprendere la traversata atlantica, si ricorda che tra la
Germania e la Gran Bretagna e i suoi alleati esiste uno stato di guerra; che
la zona di guerra comprende le acque adiacenti le isole britanniche; e che,
in conformità a un formale preavviso dato dal Governo Imperiale germanico, le
imbarcazioni battenti bandiera della Gran Bretagna o di uno qualsiasi dei
suoi alleati, sono passibili di distruzione una volta entrati in quelle
stesse acque e che i passeggeri che viaggiano in zona di guerra su navi della
Gran Bretagna o dei suoi alleati lo fanno a Proprio rischio. |
IMPERIAL GERMAN EMBASSY Washington, District of
Columbia, april 22, 1915 |
Ambasciata
Imperiale tedesca, Washington,
District of Columbia, 22 aprile 1915 |
Sopra, a sinistra: L’Ambasciata Imperiale tedesca mette in guardia i passeggeri sulla rotta
atlantica, con avviso diramato e pubblicato dalla stampa statunitense prima del
disastro.
Sopra a destra: Winston Churchill nei panni di Primo Lord dell’Ammiragliato.
COME LE NAVI
PASSEGGERI SI TRASFORMARONO IN "INCROCIATORI ARMATI"
Fra le navi che percorrevano la rotta
Liverpool-Nuova York, vi era il transatlantico Lusitania, costruito nel 1906 e di proprietà della Cunard Steam Ship Company Limited[8].
Nel viaggio inaugurale, la nave conquistò il "nastro azzurro dell'Oceano Atlantico",
strappandolo alla tedesca Hamburg-Amerika.
L'Ammiragliato britannico da tempo finanziava la
costruzione di mercantili o di navi passeggeri che potevano essere adattati
all'installazione di cannoni: e il Lusitania
era tra questi. I lavori di adattamento (cioè di trasformazione da uso
esclusivamente civile a bellico, con la costruzione di piattaforme girevoli
per cannoni) furono terminati nell'agosto del 1914, dentro il bacino di
carenaggio di Merseyside, in Canadà;
e, da allora, nei registri dell'Ammiragliato e della Compagnia di navigazione Cunard, il Lusitania,
di 45.000 tonnellate di stazza, figurò come "incrociatore armato ausiliario".
Il 16 marzo 1914 Churchill poteva annunciare alla
Camera dei Comuni che "circa
quaranta navi mercantili inglesi erano state armate per la difesa"[9].
È merito del giornalista e scrittore australiano Colin Simpson di aver indagato
e svelato, dopo la Grande Guerra, i retroscena occulti. Soltanto molti anni dopo
la Seconda Guerra Mondiale, nel 2005, svanito ormai ogni intento
propagandistico, gli Stati Uniti ammisero le loro responsabilità nei fatti del Lusitania.
Era il mese di novembre del 1914, quando gl’inglesi
proclamarono "zona di guerra" il Mare del Nord; il 5 febbraio
1915 la Germania rispose, applicando analoghe misure ritorsive. Ma le
sproporzioni era enormi.
Lo storico inglese J.P. Taylor afferma che in
Inghilterra approdavano e salpavano da essa ben 2.500 navi alla settimana; ed
il francese Maurois calcola che, delle 8mila navi mercantili oceaniche
presenti nel mondo, ben 4mila erano inglesi.
IL
SILURAMENTO
A mezzogiorno del 1° maggio 1915, il transatlantico
britannico Lusitania, al comando del
Capitano William Thomas Turner, salpava dalle coste americane, diretto verso l'Inghilterra.
Nessun passeggero aveva disdetto il viaggio, nonostante il clamore che il
comunicato dell’Ambasciata tedesca aveva suscitato.
La rotta della nave avrebbe dovuto essere quella del
precedente viaggio: costeggiare l'Irlanda ed entrare nel Canale di San Giorgio,
ovvero nel braccio di mare che separa l’Irlanda dall’isola britannica, fino all'altezza
della cittadina di Queenstown. Qui il transatlantico avrebbe
trovato ad attenderlo l'incrociatore Juno, inviato dalla Royal Navy per scortarlo.
A sinistra: Il
Capitano Walther Schwieger, della Marina Imperiale germanica,
che il suo U-20 silurò il transatlantico (in realtà incrociatore armato) Lusitania.
A destra: Il
Capitano britannico del Lusitania,
William Thomas Turner.
Ma
l'incrociatore inglese ricevette ordini diversi, ed il Lusitania incappò invece nel sottomarino
U-20, comandato dal Capitano Walther Schwieger[10], della
Marina Imperiale tedesca. Erano le 14 e 10 del 7 maggio 1915.
Nella sottovalutazione del rischio da parte britannica
c’era anche il comportamento cavalleresco sempre tenuto dalla Marina Imperiale
tedesca: tutti gli attacchi degli U-boot si erano attenuti alle norme internazionali,
permettendo agli equipaggi nemici di calarsi sulle scialuppe prima
dell'affondamento. Questo valeva però per gli equipaggi delle navi nemiche
disarmate, mentre il Lusitania aveva a bordo un vero e proprio arsenale.
La notizia del siluramento, prima di giungere ai
giornali, passò attraverso il filtro
della Naval Intelligence (il controspionaggio
inglese) che intercettava tutte le comunicazioni atlantiche che passavano
attraverso i quattro cavi sottomarini che collegavano la Gran Bretagna agli
Stati Uniti. I primi comunicati che furono diramati erano agghiaccianti;
si vociferava di oltre mille morti. In Inghilterra vigeva tuttavia una stretta
censura militare e ogni argomento bellico, ricadeva sotto di essa, cosa che
atterrì i corrispondenti, inducendoli a non verificare l’esattezza delle
informazioni fornite dal controspionaggio e dai Comandi militari.
Il Lusitania, dopo il colpo di siluro, si era
inclinato a dritta di 15 gradi, affondando di prua, al punto che, quando la
nave toccò il fondo, si trovava con la poppa in aria e le eliche contro il
cielo, quasi in posizione verticale.
Data la situazione, poche delle 44 lance di
salvataggio riuscirono ad essere calate in mare; molte s’infransero sulla
carena, causando la morte dei passeggeri, squartati dai chiodi delle lamiere e
fu davvero una fortuna che l'acqua fosse tiepida e la costa irlandese relativamente
vicina. La nave s’inabissò in venti minuti dal momento dell'impatto col
siluro lanciato dall'U-20.
I superstiti (780) furono raccolti dai
pescherecci che costeggiavano Queenstown, e tra di
essi vi era il Capitano Turner.
Le prime ricostruzioni ufficiali riferirono che
il Lusitania era stato colpito da un
siluro nella zona di prua; ma, nonostante lo strepito dei giornali democratici,
che addossarono subito alla Germania Imperiale l’intera la
responsabilità del naufragio, emersero in seguito degli elementi che
gettavano più di un'ombra. Ci vollero diversi giorni per recuperare i corpi degli
annegati, che si arenavano sulla spiaggia di Kinsale. Le vittime furono in
tutto 1.201, di cui 123 americani. Nel numero complessivo sono comprese anche tre
spie tedesche, incaricate di fotografare il carico sospetto e ch’erano state
arrestate a bordo. Il governo statunitense tentò di far credere che la macchina
fotografica sequestrata loro fosse in realtà un ordigno esplosivo[11].
Sopra: Il corteo funebre per le vittime del Lusitania, a Queensland, in Irlanda, il 10 maggio 1915.
LE ARINGHE
ESPLOSIVE
Il Dipartimento di Stato americano era inquieto; da
esso dipendevano le regole sulla neutralità. Ed il loro mancato rispetto,
poteva significare la guerra contro la Germania.
Bisognava chiarire ogni dettaglio velocemente, perché incalzavano, feroci,
le note diplomatiche.
Le inchieste furono tre: la prima, sbrigativa, del Coroner (una sorta di ufficiale giudiziario) di Kinsale; la
seconda fu condotta dall'Ammiragliato inglese; la terza dal Dipartimento di Stato
USA.
Poiché parte delle salme era stata ritrovata sulla
spiaggia di Kinsale, il primo accertamento fu del medico legale del posto,
l'irlandese dottor John Horgan.
I testimoni scampati riferirono al Coroner che i naufraghi salvati da alcuni
pescherecci erano stati trasferiti coattivamente a bordo di navi militari
britanniche, perché l’Ammiragliato voleva vagliare ogni testimonianza, ma
soprattutto quella del Capitano Turner. Tuttavia l'operazione di silenziamento fallì e il dottor Horgan
batté sul tempo la Marina, producendo la testimonianza del Comandante e di
altri 35 sopravvissuti.
Mezz'ora dopo le conclusioni del medico legale di Kinsale, il Procuratore della
Corona di Cork, su istruzioni urgenti provenientigli da Londra,
riuscì a bloccare l'inchiesta.
Nella sua deposizione il Comandante Turner confermò tutti i sospetti e cioè che
il siluro lanciato dal sommergibile tedesco avesse innescato una seconda e più
grave esplosione a bordo, di dimensioni assai più imponenti. Questa seconda esplosione, ribadita
da Turner e udita persino sull'U-Boot
germanico, era il punto nodale dell'inchiesta, tanto più che le versioni
dei Comandanti erano convergenti su questa ricostruzione dei fatti. La
conclusione era che la responsabilità ricadeva su chi aveva permesso
il carico di esplosivi, indicati, al momento dell’imbarco dei passeggeri e
delle merci, come burro, formaggi, aringhe e carne in scatola, tutta merce
stivata sul fondo della nave e contrabbandata, falsificando le polizze
assicurative.
Il fondale su cui giaceva il relitto del Lusitania era poco profondo, per cui fu
semplice per i palombari verificare in quale parte dello scafo fosse penetrato
il siluro. Si appurò che le caldaie non erano saltate in aria. Mentre era certo
il punto in cui era avvenuta l'esplosione che aveva squarciato la chiglia, cioè
il fondo, provocando così il rapido inabissamento del transatlantico.
Si accertò che, nonostante il siluramento, il Lusitania si sarebbe potuto salvare, se
i "barili di aringhe" non fossero esplosi. Scrive il Simpson: "Con la sua deflagrazione, il siluro G non
era riuscito a sfondare la paratia interna della sala caldaie, ma appena più
verso proravia ci fu qualcosa che fece saltare gran parte del fondo della
prua. Questo qualcosa potevano essere le granate da tre pollici della Bethlehem Company, i
sei milioni di colpi per fucili imbarcati ... o delle presunte casse di
formaggio da venti chilogrammi"[12]?
Queste le voci che circolavano in Europa. Molti
americani credevano in buona fede che si sarebbe potuta conservare la pace e la
neutralità, ma Wilson aveva imbrogliato i propri concittadini; d'altronde è
proprio il sistema democratico ad essere intrinsecamente perverso, fondato su
contraddizioni insormontabili, prive di ogni elementare logica.
Per non dover dare spiacevoli spiegazioni all’opinione
pubblica interna e internazionale, non si doveva indagare seriamente; occorreva
trovare una via d'uscita che desse soddisfazione alla pubblica opinione e
mettesse una sordina alla vicenda; tanto più che la guerra si faceva sempre più
accanita, cosa che rendeva le notizie sul Lusitania
meno interessanti.
I giornali costruirono deliberatamente una campagna
diffamatoria (dietro cui si celava il Primo Lord dell’Ammiragliato, Winston
Churchill) contro il Capitano Turner, additato, di volta in volta, come "spia tedesca", "briccone", "corrotto", "furfante" ecc. Fu il Capitano Webb, che dirigeva il settore della Marina Mercantile
dell'Ammiragliato, a cercare di coinvolgere Turner, rendendolo complice
nell'affondamento, senza però raggiungere lo scopo.
Anche alla Casa Bianca c'era il timore che si
scoprisse la verità. Così scrive il Simpson: "Wilson era tormentato dall'atteggiamento di aperta critica, da parte
dei corrispondenti specializzati, a proposito dell'eventualità che la rapidità
dell'affondamento fosse imputabile alla presenza a bordo di merce di
contrabbando"[13]!!.
Ed anche lo storico inglese Alan Taylor è costretto ad ammettere: "Il più duro colpo inferto dai tedeschi fu
l'affondamento, nel maggio del 1915, del Lusitania, una nave che trasportava passeggeri (...) ed anche munizioni”[14].
Ma ecco ciò che scrive Winston Churchill nella sua Crisi mondiale e Grande Guerra: "Giunsero in quei giorni le notizie dell'affondamento del Lusitania (...)
il suo carico comprendeva, fra l'altro,
un piccolo quantitativo di shrapnell[15]
e munizioni da fucile per un totale di
173 tonnellate"[16].
L'inchiesta formale, a porte chiuse, presieduta da
Lord Mersey durò 7 giorni, tra il giugno ed il luglio
del 1915, e si svolse nel Central
Building di Westminster. Lord Mersey era famoso
per aver condotto anche l'inchiesta sul disastro del transatlantico Titanic, inabissatosi dopo la collisione
con un iceberg, la notte fra il 14 e il 15 aprile 1912 in pieno Oceano
Atlantico, nel corso del suo viaggio inaugurale.
Ma il processo Lusitania
doveva essere pilotato secondo le intenzioni dell'Ammiragliato e di
Churchill, inoltre vi era, rilevantissimo, l'aspetto economico dei
risarcimenti, che le compagnie assicurative non avrebbero erogato in caso di
contrabbando e di accertata falsificazione delle condizioni di sicurezza a
bordo.
Troppo complesso riferire su ciascun dettaglio; ci limiteremo
dunque all'essenziale.
Escusse le testimonianze poco rilevanti, si cercò di
eludere il problema del carico, affermando che la dogana di Nuova York aveva
agito correttamente seguendo i "regolamenti
statunitensi"; rispuntò il nome di Dudley Field Malone, responsabile
della dogana nel porto di Nuova York, uomo del Consigliere Lansing. Il processo
andò avanti a colpi di testimonianze collettive (un’unica dichiarazione,
seguita da centinaia di "firme
crociate".
Si continuò a glissare sulla questione del
carico, la più importante.
L'inchiesta si concluse con una nota di biasimo
per il Capitano Turner, rimandando ad altre sedi il problema dei risarcimenti.
LE DIMISSIONI
DEL SEGRETARIO BRYAN
Diverse note diplomatiche furono scambiate fra la Germania
imperiale e gli Stati Uniti sulla vicenda del carico sospetto del Lusitania. Il Segretario di Stato
americano Bryan sospettava che vi fosse un accordo fra la Compagnia Cunard, l'Ammiragliato, il capo della dogana e il
consulente legale del Segretario Lansing. Bryan non tollerava che, sotto il
pretesto della neutralità, si promuovesse un traffico d'armi con l'Inghilterra;
ma, alla fine, trovandosi isolato, nel giugno del 1915 fu costretto alle
dimissioni.
Ma le inchieste non erano ancora finite. In piena guerra alcuni familiari dei
naufraghi americani chiesero un risarcimento alla Compagnia Cunard, adducendo che il natante aveva un "progetto difettoso", instabilità,
trasportava truppe canadesi, munizioni ecc.
Ma gli americani erano ormai in guerra al fianco degl’inglesi
e tutto fu insabbiato. Dall'ottobre del 1914, fino al momento in cui entrarono
in guerra, gli Stati Uniti mandarono agli alleati più di mezzo milione di
tonnellate di cordite, nitrocotone, nitrocellulosa,
fulminato di mercurio e altre sostanze esplosive con l'accordo di Malone.
Però Bryan fece in tempo a svelare i retroscena ed il Senatore La Folette dichiarò il 20 settembre 1917, che "quattro giorni prima della partenza del Lusitania
il Presidente Wilson fu avvertito di persona dal Segretario di Stato
Bryan, che a bordo del transatlantico erano stati caricati sei milioni di
proiettili, oltre a colli contenenti esplosivi, e che i passeggeri che si
fossero imbarcati avrebbero trasgredito le leggi del nostro Paese".
In effetti, consapevole che il transatlantico britannico
trasportasse un carico illegale di armi, in patente contrasto con la proclamata
neutralità statunitense, il Presidente americano Wilson, pur accreditando la
frottola della nave mercantile vittima di un’aggressione militaresca
ingiustificata, si guardò bene dal dichiarare subito guerra all’Impero tedesco,
cosa che avvenne soltanto il 6 aprile 1917. Anche se tra le ragioni
propagandistiche sbandierate per giustificare l’intervento bellico,
l’affondamento del Lusitania e i
passeggeri statunitensi annegati in seguito al naufragio, ebbero naturalmente
il loro peso.
CONCLUSIONE
Cent'anni dopo il disastro, nessuno più sostiene la
menzogna dell'"inerme transatlantico".
Nel 2005 persino il governo statunitense ammise che il Lusitania, oltre
ai passeggeri, trasportava materiale bellico per la Gran Bretagna. E pensare
che, sul naufragio del Titanic,
sono stati girati ben quattro film! Quando si vorrà alzare il sipario su una
tra le più vergognose "fabbriche del
falso" che la propaganda ricordi?
Raimondo
Gatto
Sopra: Il relitto del Lusitania giace in fondo al mare.
[1] L'emigrazione tedesca
negli Stati Uniti fu provocata dalla miseria causata dall' unificazione della
Germania settentrionale, unificazione imposta dal Cancelliere Bismarck. Le
comunità tedesco-americane provenivano da Oldenburg, Meclenburg, Hannover, Vestfalia e dagli ex-Vescovadi
cattolici: esse non sopportavano i prussiani e non vollero riconoscere
l’annessione alla Prussia dopo la spartizione del Congresso di Vienna (1814-15). I
tedesco-americani rifiutarono anche di prendere la cittadinanza tedesca,
optando per quella statunitense, dopo la proclamazione del Reich tedesco a
Versailles (18 gennaio 1871) dopo la vittoria tedesca sulla Francia di
Napoleone III.
[2] Gli ebrei provenienti dalle città anseatiche ed emigrati negli Stati Uniti odiavano la Russia, perché sostenevano di essere perseguitati dagli Zar; essi aiutarono la Germania sino alla rivoluzione russa di febbraio.
[3] Maurois
André, Histoire d'Angleterre,
Fayard, Paris 1953, p. 671
[4] Ministero della Marina
Germanica. La guerra degli incrociatori
nelle acque straniere. Vol I, Roma 1927.
[5] Rientelen
(von) Manfred, La mia guerra di spie negli Stati Uniti. Mondadori, Verona 1935. Si
dice che gli inglesi siano riusciti a battere i tedeschi, facendo largo uso
delle spedizioni tramite i convogli; ma anche questa informazione va iscritta
nel libro delle favole. Nessun dato e nessuna cifra sono realmente
controllabili e disponibili da parte alleata. Da oltre cento anni le persone
vivono immerse nella menzogna.
[6] SIMPSON Colin, Il Lusitania, un grande giallo vero.
Rizzoli, Milano 1974, p. 60.
[7] SIMPSON
C., op. cit., p. 87. Il testo era
stata elaborato dal Capitano Franz Von Papen, addetto
militare all'Ambasciata tedesca a Washington e futuro Cancelliere del Reich.
[8] Società a responsabilità limitata di navi a vapore Cunard. Cfr. SIMPSON C., op. cit., p. 10.
[9] SIMPSON C., op. cit., p. 27.
[11] Archivio
del Dipartimento della Giustizia americano; copia tra i documenti di L. M. Garrison, Segretario di Stato per la guerra. Da: Colin
Simpson, Il Lusitania, op.cit.
[12] SIMPSON C., op.
cit., p. 147.
[13] SIMPSON C., op.
cit., p. 169.
[14] TAYLOR A. J. Storia
dell'Inghilterra contemporanea, Laterza, Bari 1975, vol. I, p.
54.
[15] Un tipo di proiettile
d’artiglieria, risalente al 1784, che prende il nome dal suo inventore, Henry Shrapnell.
[16] CHURCHILL Winston S., Crisi mondiale e Grande Guerra 1911-1922, vol. II, pp. 320-321.