http://bizzarrobazar.com/2012/06/06/larchiatra-corrotto/
L’archiatra corrotto
ovvero,
L’uomo che fece esplodere il Papa
Papa Pio XII
(Papa Pacelli) ebbe in sorte un pontificato particolarmente duro che coincise
con gli anni della Seconda Guerra Mondiale; alcune delle sue scelte sono
tutt’oggi controverse, e per gli storici rimangono ancora dibattuti il suo
presunto collaborazionismo con il Terzo Reich così come il mancato
riconoscimento dell’Olocausto. Ma ciò che ci interessa qui è l’incredibile
scandalo che lo riguardò, non certo per sua colpa, proprio sul letto di morte.
Con l’aggravarsi delle sue
condizioni di salute, all’inizio del mese di ottobre del 1958, a Castel
Gandolfo i dottori erano in subbuglio. Il Sacro Pontefice viene seguito, come
tutti sanno, da una folta ed efficiente équipe di medici; il capomedico di
questa squadra è chiamato archiatra, ed è una figura di grande spicco,
esperienza ed autorità all’interno della comunità medico-scientifica. O,
almeno, così dovrebbe essere.
L’archiatra pontificio di
Pio XII (all’estrema destra nella foto precedente) si chiamava Riccardo
Galeazzi Lisi, oculista, membro onorario della Pontificia Accademia delle
Scienze, e fratello di un celebre e rispettato architetto. Ma Galeazzi Lisi
sarebbe stato ricordato come l’ “archiatra corrotto”, per la sua assenza di
scrupoli e per il grottesco spettacolo che causò ai funerali del pontefice.
La voglia di servirsi
della sua posizione per far soldi (e far parlare di sé) era già risultata
evidente fin dai primi problemi di salute di Pio XII, quando il dottore
cominciò a vendere abusivamente notizie riservate sulla salute del pontefice, e
sui consulti medici che faceva, ai giornali.
Appena Papa Pacelli lo venne a
sapere, non rivolse più la parola all’archiatra. Non volle cacciarlo con
disonore dal Palazzo Apostolico unicamente per rispetto del fratello
architetto, così lo dispensò da qualsiasi servizio sanitario – anche se di
fatto non si serviva di lui già da mesi. Il Papa non lo privò ufficialmente del
titolo di archiatra perché, disse, “non voglio affamare né svergognare nessuno…
se vuole stare in Vaticano che stia, ma faccia in modo che io non lo veda”.
L’errore di tenere Galeazzi Lisi in
Vaticano si rivela sempre più madornale man mano che la malattia si aggrava:
quando il Papa è ormai agonizzante, l’archiatra, utilizzando una piccola
Polaroid nascosta nella giacca, scatta due foto al pontefice. Nella prima si
distingue il Papa su un lettino adattato per l’occasione e messo di traverso.
Nella seconda, un impietoso primo piano, è visibile anche la cannuccia per
l’ossigeno che arriva alla sua bocca. Le fotografie, definite vergognose e
irrispettose, vengono vendute a Paris Match dal medico senza scrupoli. Ma è
solo l’inizio dello scandalo.
Alle 3:52 del 9 ottobre 1958 a causa
di un’ischemia circolatoria e di collasso polmonare, all’età di 82 anni, Pio
XII muore a Castel Gandolfo. Qui comincia il vero e proprio calvario del suo
corpo, affidato alle mani, manifestamente incompetenti, di Galeazzi Lisi.
Incaricato dell’imbalsamazione delle
spoglie del pontefice, il medico si era inventato un metodo nuovissimo e, a sua
detta, rivoluzionario, che avrebbe permesso una perfetta conservazione della
salma. A quanto sosteneva, ne aveva parlato con Pacelli quando quest’ultimo era
ancora in vita: siccome il Papa era restio all’idea dell’imbalsamazione, e
desiderava mantenere tutti gli organi interni così come Dio li aveva voluti,
Galeazzi Lisi l’aveva convinto vantandosi di aver studiato il suo metodo
sperimentale a partire dagli oli e dalle resine utilizzati, udite udite,
addirittura sul cadavere di Gesù Cristo.
Quando però lui e il suo collega, il
professor Oreste Nuzzi, si trovarono a lavorare sulle spoglie di Pio XII, non
tutto – anzi, per meglio dire, niente - andò per il verso giusto.
Il “geniale” procedimento del medico consisteva nell’avvolgere il corpo dentro
una serie di strati di cellophane, insieme a erbe e prodotti naturali. Così,
invece di cercare di tenerlo fresco, i due innalzarono la temperatura del
cadavere e accelerarono irreversibilmente il processo di putrefazione grazie a
questo impacco di nylon.
Appena fu vestito ed esposto nella
Sala degli Svizzeri, a Castel Gandolfo, il volto di Pio XII si ricoprì di
migliaia di piccole rughe. Nessuno vi fece caso sul momento, ma da lì a pochi
minuti sarebbe iniziata la “più veloce e ributtante decomposizione in diretta
che la storia della medicina legale ricordi”.
Racconta il dottor Antonio
Margheriti a proposito della foto qui sopra: “È iniziato un furioso
succedersi di fenomeni cadaverici trasformativi: è la decomposizione in diretta
sotto gli occhi inorriditi degli astanti, in seguito all’aberrante
“imbalsamazione” brevettata e praticata dall’archiatra Galeazzi Lisi. In questa
foto il cadavere del papa si è gonfiato nella zona del ventre in seguito ai gas
putrefattivi che son venutisi creando da subito; per la stessa ragione è diventato
grigio in viso, e dagli orifizi, specie dalla bocca, versa liquame scuro che
gli scorre lungo il volto e si deposita nelle orbite degli occhi.
È visibile sul volto delle guardie nobili l’enorme sforzo di
resistere all’odore nauseabondo che esala dal cadavere del Papa: l’alternarsi
dei turni di guardia saranno da questo momento sempre più frequenti, per
evitare una eccessiva esposizione ai gas mefitici, e perché molte guardie
nobili regolarmente svengono sfinite da quell’odore di morte. Ma il peggio deve
ancora venire”.
Il peggio arriva proprio nel momento
meno opportuno, cioè quando la salma sta per essere esposta ai fedeli. Durante
il trasporto da Castel Gandolfo alle porte di Roma, di colpo il cadavere del
Papa, già enormemente gonfio, emette un grosso e sinistro scoppio che provoca
l’esplosione del torace e lo squarciarsi del petto. Una volta arrivati al
Laterano, si deve, in fretta e furia e sfidando orribili miasmi, riparare alla
bell’e meglio la devastazione del papa esploso – affinché il trasporto
all’interno della Basilica risulti il meno osceno possibile per l’oceanica
folla assiepata a San Pietro.
Il problema è che, secondo il rito,
il corpo di un Papa deve essere sempre visibile durante tutte le esequie; così,
riguardo al trasporto all’interno della basilica petrina, riporta ancora
Margheriti: “molti presenti all’evento ricordano ancora, lungo la navata della
basilica, le zaffate tremende che si riversavano sulla folla al passaggio del
cataletto nonché l’aspetto mostruoso del papa: diventato nerastro, gli cadde il
setto nasale ed i muscoli facciali, orribilmente ritratti, facevano risaltare
la chiostra dei denti in una risata agghiacciante”.
Nella notte fra il primo e il
secondo giorno di esposizione del Papa in San Pietro, qualcuno ricorda che a
porte chiuse il corpo venne tirato giù dal catafalco e sdraiato nudo sul
pavimento della chiesa. Qui si procedette a una nuova imbalsamazione, che in
realtà era più che altro un tentativo di limitare i danni ormai incontenibili.
Per dissimulare l’aspetto eccessivamente rivoltante del cadavere, al volto
venne applicata una maschera di lattice.
Dopo questi rovinosi e grotteschi
funerali, cosa successe al nostro Riccardo Galeazzi Lisi? Il dottore oculista,
considerato un ciarlatano e un traditore, venne licenziato in tronco, radiato
dall’Ordine dei Medici e bandito a vita dal Vaticano. Per fortuna aveva
scattato un’altra ventina di foto al cadavere del Papa mentre lo imbalsamava;
vendette gli scatti a qualche rivista francese, e nel 1960 provò a dare la sua
versione dei fatti in un libro, Dans l’ombre et dans la lumière de Pie XII
… che, guardacaso, riproponeva le fotografie di Papa Pacelli durante l’agonia e
l’imbalsamazione. Morì nel 1968, dieci anni dopo quei fatidici giorni in cui
era passato dal nobile titolo di “archiatra pontificio” a quello, molto meno
ambìto, di “archiatra corrotto”.
Gran parte delle info provengono da La
Morte del Papa – Riti, cerimonie e tradizioni dal Medio Evo all’età
contemporanea, di Antonio Margheriti, consultabile a questa pagina.
http://www.cesnur.org/2009/tesi_papi.htm
I modernisti profittano immediatamente di questi eventi, per gettare fango
su Pio XII. Ignorano il complotto ordito contro le spoglie mortali dell’ultimo,
autentico Pontefice Romano e fanno passare la putrefazione cadaverica, indotta
e accelerata dall’archiatra traditore, come un segno manifesto del Cielo, che
chiude l’epoca post-tridentina della Chiesa e apre agli “splendori” del vaticanosecondismo,
ovvero alle presenti meraviglie ecclesiali dell’apostasia e dell’usurpazione
fra gli applausi del mondo anticristiano.
Dio — questa è la loro lettura — fa imputridire la Santa Chiesa di sempre
nel corpo innocente di Papa Pio XII, perché l’aborrisce e vuole la pseudochiesa
roncalliana, montiniana, lucianiana, woytjliana, ratzingeriana e bergogliesca. E
ad aprire il fuoco di fila degl’ipocriti contro il defunto Pontefice è proprio
il futuro Giovanni XXIII, che mostra d’inorridire di Pio XII putrescente, lui
che, indicendo il concilio, inaugurerà la Rivoluzione nella Chiesa; lui che si
farà iniettare da morto litri e litri di conservante, per presentarsi e
apparire come “miracolosamente intatto”, onde essere accreditato come “santo”,
il “santo del concilio vaticano II”. N.d.r.
https://www.youtube.com/watch?v=uN6PB3Y0dqU
(in questo filmato, appunto, le immagini delle spettacolari esequie di Papa
Pio XII,
tra un concorso di popolo immenso, e la perfidia progressista di cui s’è
dianzi detto)