http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/costretta-a-mangiare-feci-di-mucca-giovane-sposa-morta-in-india_2071917201402a.shtml - 5 ottobre 2014

 

Costretta a mangiare feci di mucca,

giovane sposa morta in India

 

Ragazza maltrattata per non aver

portato una dote cospicua per le nozze

 

Una giovane donna è morta in India dopo essere stata obbligata dai parenti del marito a nutrirsi con feci di mucca[1] e a bere un liquido composto di acqua, detergente e cherosene. È successo nel villaggio di Sharmiya, nello Stato settentrionale dell'Uttar Pradesh. La 28enne, ha spiegato la polizia, subiva da tempo dure vessazioni per non aver portato una dote cospicua per il suo matrimonio, celebrato dieci anni fa.

 

Costretta a mangiare feci di mucca, giovane sposa morta in India

 

Il decesso, scrive il quotidiano The Times of India, è avvenuto giovedì, dopo dopo che la donna è stata dimessa da un ospedale di Bareilly. A scatenare l'ira della famiglia del marito, anche la nascita di due femmine: "Non sei capace di concepire un maschio", le avrebbero rimproverato più volte i parenti, nonostante tre anni fa la vittima avesse dato alla luce un bimbo.

"Era obbligata a mangiare sterco di vacca - ha detto la sorella della ragazza - e a bere cherosene e detergente mescolati ad acqua. Quando si rifiutava, il marito ed i parenti acquisiti le legavano mani e piedi e la obbligavano a ingurgitare tutto". Dopo la denuncia dei famigliari della vittima, la polizia ha aperto un'inchiesta, ma al momento nessuno è stato arrestato. Il commissario di polizia locale, Brijesh Kumar Srivastava, ha commentato che ci troviamo di fronte a una "tragedia dell'ignoranza e della povertà"[2].

 

 

Zoolatria induista DELLA VACCA

 

In lingua hindi la vacca  è chiamata Gaumata (Madre Vacca, "La Mamma che Nutre")[3], essendo vista come una madre universale. E, infatti, l’ordinamento giuridico indiano punisce anche con la prigione la macellazione e la vendita dei bovini. Tuttavia bufali e tori non sono protetti dalla legge o dalla religione.

Esistono persino degli ospizi per le vacche, i Gaushala, preposti alla protezione delle vacche più bisognose. Alcuni di questi asili ospitano fino a ventimila capi, per lo più vecchie mucche senza più latte o malate.

A cagione dell’enorme numero di vacche, l'India produce una quantità di latte tre volte superiore alla Cina. L’India ha il 28% della popolazione bovina mondiale, tanto da superare di cinque volte la popolazione umana italiana! Quindi 285 milioni di capi. Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Vacca_sacra

 

 

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Il dio Krshna e un gaushala, o ospizio per le vacche, sacre all’induismo

 

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Sopra e sotto: Insegne che pubblicizzano un gaushala.

 

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http://www.bharatmatamandir.co.in/wp-content/gallery/gaushala/nav-nirmit-gaushala-1.jpg

 

Sopra: Gaushala o ospizio per vacche sacre, nel tempio della dea madre (Bharat Mata Mandir) nel distretto di Haridwar, Stato dell’Uttarakhand, nell’India settentrionale, ai confini con Nepal e Tibet.

 

 

ASSUMONO STERCO DI VACCA MESCOLATO AL LATTE

 

Una volta si è fermato, e insieme hanno guardato una mucca, ingioiellata e piena di campanelle che, legata a un palo, mangiava pacifica il suo fieno. Dal suo deretano erano caduti beatamente erbosi panetti di sterco, e tra le gambe un rivolo di urina incredibilmente acre era schizzato contro la polvere. Ovunque a Madras ci sono mucchietti di sterco di vacca da aggirare accuratamente e pozze di urina di vacca che, secondo Eric, la gente del posto mescola con il latte e poi beve” (David Leavitt, Il matematico indiano, Mondadori, Milano 2007, parte III, Fatti allegri sul quadrato dell’ipotenusa, alla sesta pagina di questa parte).

 

 

“L’ESTREMA UNZIONE” INDù

 

Intorno al morente è spruzzata sacra acqua del Gange, sparse sementi, erba kuśa (o darbha), tutte promesse di nuova esistenza [cioè della reincarnazione]; sterco di vacca a rappresentare la terra nella sua feracia [fertilità]. [Si effettuano quindi letture dai testi vedici o dalla Bhagavad Gī e Rāmāyana, a seconda della casta del morente]. è in questo ambiente, consacrato dalle vibrazioni nell’etere dei sacri testi, dalle arie profumate di fiori e incensi, nei pressi del fuoco sacro gārhapatya, spruzzato dell’acqua del Gange e sulla nuda e fertile terra, ossia cullato dai cinque elementi, bhūta, che l’uomo conclude la sua esistenza terrena (Gian Giuseppe Filippi, Il mistero della morte nell’India tradizionale, Cierre Grafica, Caselle di Sommacampagna Vr, ottobre 2010, p. 75).

 

 

 

LO STERCO DI VACCA è ADORATO E PROPIZIA FERTILITà

 

Abituata a parlare a folle adoranti, Vandana Shiva non manca mai di descriversi come «fisico quantistico» e le copertine di molti suoi libri la descrivono come uno dei maggiori fisici indiani. Adesso si scopre che non ha mai esercitato la professione di fisico e il suo Ph.D non è in fisica ma in filosofia. Shiva si presenta come esperta di agricoltura e ingegneria genetica da un punto di vista scientifico, ma la sua è piuttosto scienza vedica, come dimostrano pubblicazioni come il saggio intitolato «In Praise of Cowdung» - Elogio dello sterco di vacca - dove spiega che «in India adoriamo lo sterco di vacca col nome di Lakshmi, la dea dell'abbondanza. Gobur-dhan puja significa, letteralmente, il culto dell'abbondanza (dhan) dello sterco di vacca (gobur). Lo sterco di vacca è adorato perché è la fonte della rinnovata fertilità della terra e quindi della sostenibilità della società umana». Cfr. http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1921661&codiciTestate=1 - Italia Oggi, n. 219  pag. 14 del 16/9/2014

 

 

http://www.krishnasmercy.org/dotnetnuke/Portals/0/Blog/Files/3/75/WLW-CowProtection_FCF1-krishna_painting_QH83_l_2.jpg http://rexpo.com/media/catalog/product/cache/1/image/dea86cbbbea9a343c84e3c279eb30bf7/p/r/pr105-5.jpg

 

Il dio Krshna protettore delle vacche sacre.

 

http://www.vitamine.altervista.org/index.php/antropologia-culturale/32-il-mistero-della-vacca-sacra.html

 

IL MISTERO DELLA VACCA SACRA

 

 

 

Il grande antropologo Marvin Harris ci racconta che gli Indù credono sacro tutto ciò che proviene da una vacca o da un toro.

I sacerdoti preparano un sacro "nettare" composto di latte, yogurt, burro, orina e sterco con il quale aspergono ed impiastricciano statue e fedeli.

I templi indù sono illuminati con fiammelle prodotte dalla combustione di "ghee", ossia burro di vacca chiarificato.

Nelle feste in cui si onora Krsna in quanto protettore dei bovini, i sacerdoti modellano un busto del dio con un impasto di sterco e di latte, lo depongono sul pavimento del tempio e gli strisciano attorno. Quando verrà il momento di distruggere il suo simulacro, Krsna non tollererà certo di essere fatto a pezzi da mano umana, cosicché sarà un vitello a cominciare a calpestarlo, perché Krsna non sarà certo offeso che il suo simulacro finisca sotto gli zoccoli della sua creatura prediletta.

Nel corso di altre feste religiose la gente cade in ginocchio nella polvere sollevata dal passaggio del bestiame e s'impiastriccia la fronte con i suoi caldi escrementi.

Le casalinghe usano sterco essiccato e cenere di sterco di vacca per pulire e purificare ritualmente pavimenti e focolari.

I medici del villaggio raccolgono la polvere che si deposita nelle impronte lasciate dagli zoccoli delle vacche e la utilizzano per scopi terapeutici.

Molti indù sono allietati dalla semplice visione di una vacca.

I sacerdoti affermano che accudire ad una vacca è di per sé una forma di venerazione e che nessun capofamiglia deve privarsi del piacere spirituale che deriva dall'allevarne una.

Cosa simboleggia la protezione accordata alle vacche, al pari della loro venerazione? Simboleggia la protezione e la venerazione della maternità.

La protezione accordata alle vacche, tuttavia, non è da sempre l'elemento centrale dell'induismo. Infatti, nell'antichità - tra il 1800 a.C. e l'800 a.C. - la società e la religione dei Veda prevedeva il sacrificio dei bovini e la loro consumazione in lauti banchetti.

Le cose incominciarono a cambiare con l'aumento della popolazione che impose la diminuzione del consumo di carne ed il maggior utilizzo di latticini e alimenti di origine vegetale, per poter sfamare tutti. Il grande consumo di carne all'inizio divenne un privilegio di pochi, di caste privilegiate come quella dei Brahmani (i capi religiosi), poi anch'essi dovettero cedere alle pressioni di una popolazione sempre più ostile ai sacrifici di animali, ormai visti come espressione tanto simbolica quanto concreta delle disuguaglianze del sistema delle caste.

Quest'aspetto socio-economico fu alimentato anche dalla concorrenza del buddhismo che denunciava con vigore e con successo le pratiche sacrificali, cosicché i capi religiosi induisti (i Brahmani) adottarono gradualmente la dottrina del rispetto degli animali.

Aspetti sociali, religiosi ed economici s'intrecciarono nel corso dei secoli; la protezione riservata ai bovini è, infatti, funzionale al sistema agricolo dell'India e alle sue condizioni climatiche: nessun altro animale è in grado di fornire altrettanti servizi vitali per gli esseri umani. Non vi sono animali dotati della stessa robustezza, versatilità ed efficienza dello zebù indiano: tira l'aratro con la stessa forza sia nelle stagioni umide (a differenza del cammello) che in quelle secche (a differenza del bufalo), sopravvive con razioni d'emergenza che possono andare dalle foglie alla corteccia degli alberi (a differenza di asini e cavalli). 

Così allora possiamo riassumere le origini della deificazione della vacca: <<...non solo essa forniva latte, ma era anche la madre dell'animale da tiro meno costoso e più efficiente in relazione al clima e al suolo indiani. Come compenso delle contromisure indù atte ad impedire il riemergere di abitudini alimentari carnivore particolarmente dispendiose dal punto di vista dell'energia e foriere di divisione sociale, la vacca rende possibile un'agricoltura che garantisce la vita umana>>.

 

Bibliografia: M. Harris, Buono da mangiare, Torino, Einaudi, 1990

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://corrieresalute.altervista.org/2010/03/08/farmaci-con-feci-e-urina-di-vacca-ma/.html - Corriere salute, 8 marzo 2010

 

Farmaci con feci e urina

di vacca, ma anche una bibita

 

 

Il tentativo è quello di far convergere spiritualità e scienza, e lo conferma uno di questi ricercatori impegnati nella ricerca, il dr. Kesari Gumat del Ahmedabad Research Center: «Queste formule non sono una novità. Esse sono contenute in antichi testi sacri indù. Noi le stiamo solo riproducendo con un approccio scientifico».

Utilizzare l’urina e le feci della mucca per realizzare farmaci ed altri prodotti per la cura della persona.

Se infatti le vacche sono sacre ed intoccabili per motivi religiosi, i loro scarti organici sono pienamente utilizzabili.

Inoltre, esistono antichi testi indù che esaltano le facoltà medicinali di tali sostanze.

Allora, gli scienziati hanno messo in piedi un primo esperimento. Raccolte 300 vacche, hanno sparso le loro evacuazioni, invitando i volontari a camminare sopra a piedi nudi.

Questo perché, spiega Gumat, “Camminare sullo sterco di vacca fresco è molto sano. Si uccidono tutti i germi e batteri e si guarisce le ferite. Inoltre, lo sterco di mucca secco è come un grande scrub, che permette di sbarazzarsi della pelle morta e migliorare la circolazione del sangue”.

Al momento, i ricercatori sono alle prese con i problemi tecnici della produzione.
Prima di poter utilizzare le feci, essi devono infatti farle seccare e “cuocerle” ad alta temperatura, per eliminare i germi nocivi. Solo dopo si ottiene una polvere sterile, utile per creare farmaci e altri prodotti. Allo stesso modo, per sterilizzare l’urina si procede con la distillazione.

Nel caso le difficoltà si dovessero mostrare superabile ed i test positivi, il mercato vedrà l’apparire di una serie di prodotti a base di mucca. Tra gli altri, saponi, dentifrici ed incenso  e anche una bibita a base di urina che sta solo aspettando l’approvazione del governo.

l Rashtriya Swayamsevak Sangh, gruppo leader indù in India, ha messo a punto Gau Jal un acqua che sarà commercializzata come un ‘alternativa salutare’ alla Coca-Cola e Pepsi.

Molti indù consumano urine e  feci di bovini attraverso bevande e miscele di spezie per le loro “salutari” proprietà“.

In alcuni stati indiani, lo sterco di vacca e  l’urina vengono venduti nei negozi di prodotti lattiero-caseari a fianco di latte e yogurt, e “ayurvedico” un’azienda alimentare di prodotti salutistici  indiana metterà in vendita polenta, dentifricio e bevande toniche che sostengono di curare i disturbi che vanno dal diabete al cancro. L’urina inoltre, presenta delle proprietà disinfettanti, mentre il letame è usato in molte capanne indiane come un detergente per i pavimenti ritenendolo un ottimo  antisettico.

Certo bisogna provare per credere, ma il mondo non finirà mai di stupirci.

 

Bhūta

Il Bhūta è un vampiro o piuttosto un demone indiano, generatosi in seguito alla morte violenta di un uomo. Vive nei cimiteri, o in luoghi desolati, e si ciba di escrementi e di interiora. Qui sotto in alcune sue raffigurazioni, la prima delle quali è chiaramente fallica.

http://nationalcraftsmuseum.nic.in/Images/Bhuta-Gallery_1.jpg

http://static4.demotix.com/sites/default/files/imagecache/a_scale_large/1700-9/photos/1358756289-bhuta-kola-spirit-worship-performed-in-udupi_1741179.jpg



[1] La solita incomprensione dell’Occidente ateo verso gli orrori delle false religioni, fa sì che non si colga che quella di mangiare sterco di vacca imposto alla sposina non era tanto una punizione, quanto un precetto religioso induista per propiziarne la fertilità, nel nome della vacca sacra. In quanto solvente, il cherosene (che è velenoso per l’organismo) se inalato induce effetti inebrianti con vertigini, sonnolenza e poi alterazioni della coscienza; l’avvelenamento da ingestione è invece asintomatico, pur essendo molto corrosivo degli organi interni. N.d.r.

[2] Balla raccontata ad uso degli occidentali: cfr. la nota precedente. N.d.r.

[3] Mohandas K. Gandhi, Protéction de la vache, in Lettres à l'Ashram. Parigi, Albin Michel, 1937.